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UFFICIO RECLAMI – Niente rinnovo di contratto per un cavillo, la storia di Alessandro

da Cosimo Saracino
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Chiara è una giovane ragazza di Brindisi che ha progettato la sua vita insieme ad Alessandro. Chiara è battagliera, coraggiosa e non vuole piegarsi agli eventi avversi. Il suo fidanzato lo scorso 18 ottobre 2021 fu assunto come manutentore del verde presso l’appalto del Comune di Mesagne. Ma con il cambio di gestione non gli è stato rinnovato il contratto per devi cavilli burocratici. Quella notizia è stata una doccia fredda perchè hanno visto andare in fumo sogni e progetti. Chiara ci ha scritto una lettera che vi riportiamo integralmente nella speranza che qualcuno possa fare ciò che è giusto si faccia in un periodo in cui spesso si dice che i nostri giovani non vogliono lavorare. Qui, invece, c’è chi chiede dignità e un posto di lavoro che era già suo. 

Il 14 febbraio 2022 è avvenuto il passaggio d’appalto e la ditta entrante non ha assorbito Alessandro, giustificandosi che non aveva maturato l’art.4 del codice degli appalti, ossia la clausola sociale per salvaguardare gli operatori del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, per soli 4 giorni (dato che per maturarlo servono 4 mesi).
Nonostante il mio ragazzo, ha richiesto più volte, mediante l’aiuto dei sindacati, mettendo a conoscenza anche l’amministrazione comunale di essere integrato ciò è stato respinto dalla ditta entrante e ignorato totalmente dall’amministrazione comunale. L’amministrazione comunale ha fornito alla ditta entrate l’elenco dei lavori, quando in realtà la ditta entrante ha l’obbligo di chiedere l’elenco dei lavoratori alla ditta uscente e non alla stazione appaltante.
La Stazione appaltante, in fase di gara richiedeva espressamente n.6 unità per 1300 ore annue cadauno. Tale obbligo non è stato rispettato dalla ditta De Grecis, in quanto essa ha espressamente fatto diniego alle richieste avanzate di Alessandro di continuare a lavorare presso il comune di Mesagne, infatti la ditta De grecis, a una pec inviata nei giorni precedenti, ha risposto dicendo che le ore del lavoratore per adesso sono stata redistribuite alle altre 5 unità assorbite.
Anche se non ha maturato l’art 4 comunque ha maturato il diritto di prelazione.
Non riteniamo corretto questo comportamento adeguato, in primo piano perché ciò va a violare lex specialis in quanto gli operatori richiesti dalla stazione appaltante sono 7 unità di cui 6 operative e 1 in sostituzione e ne sono state assorbite solamente 5 unità.
Le prescrizioni stabilite nella lex specialis vincolano non solo i concorrenti, ma anche la stessa amministrazione che non conserva alcun margine di discrezionalità nella loro concreta attuazione né può disapplicarle, neppure nel caso in cui alcune di tali regole risultino inopportunamente o incongruamente formulate, salva la possibilità di procedere all’annullamento del bando nell’esercizio del potere di autotutela.
In questo contesto, l’amministrazione comunale non sta intervenendo per aiutare un ragazzo di 30 anni che da oggi a domani si ritrova senza un lavoro, senza poter essere giustificato dal fatto che non c’è lavoro perché il lavoro c’è e le sue ore sono state distribuite agli altri operatori che hanno già uno stipendio fisso, togliendo la possibilità di far mangiare un altra famiglia e soprattutto, togliendo il diritto al lavoro in un contesto sociale ove la disoccupazione ha raggiunto livelli percentuali insopportabili è un fatto che meriterebbe la giusta attenzione.
A Mesagne si sono spesso verificate situazioni simili per passaggi di appalto ad esempio quando l’Auchan è passata a Conad, oppure quando è subentrata la nuova ditta multi servizi, tutta la giunta comunale ha sempre fatto di tutto per garantire il lavoro, impegnandosi in prima linea affinché tutti avessero il posto garantito, perché in questo caso non sta intervenendo? Siamo stati lasciati soli, senza che nessuno si ponesse il problema di come ciò potrebbe compromettere negativamente una giovane vita che sta iniziando a crescendo nel mondo lavorativo. Confido in una rivalutazione della scelta, con la speranza di continuare a lavorare. Cordiali saluti”

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