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Sovraffolamento pullman, ecco le ragioni della manifestazione studentesca

da Cosimo Saracino
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Riportiamo di seguito la lettera inviata al Governo sulla situazione dei pullman in Provincia di Brindisi. La missiva è a firma della mesagnese Elisabetta Capodieci e spiega tutte le ragioni della manifestazione studentesca. Oggi tantissimi giovani studenti sono scesi in una piazza virtuale (hanno deciso di non andare a scuola) per manifestare il loro disagio e la loro preoccupazione. È arrivato il momento che qualche istituzione si renda conto del problema e lo affronti nel modo giusto.

Alla c.a. del Ministero dei Trasporti, dell’Ufficio Stampa, del Presidente della Regione Puglia e del Presidente Stp Brindisi.
Gentilissimo Ministro dei trasporti, spettabile Ufficio Stampa, gentilissimo Presidente della regione Puglia e gentilissimo Presidente Stp,
sono una ragazza di Mesagne, Elisabetta Capodieci, e ogni giorno per andare a scuola devo prendere il pullman che da Mesagne mi consente di raggiungere il liceo classico Marzolla a Brindisi.
Oggi non sono andata a scuola, e come me centinaia di altri studenti. In un altro momento storico oggi saremmo scesi in piazza a manifestare, perché non siamo più disposti ad accettare che ci venga negato ciò che ci spetta per diritto e che, voi, in prima persona, siete chiamati a tutelare. Ci state negando il diritto allo studio e, in questa particolare situazione di emergenza, il diritto alla salute.


Siamo stufi di viaggiare in autobus colmi sino al collasso, una situazione che persiste ormai da anni e che, nonostante le numerose segnalazioni, non è mai stata considerata. Ora, a causa della preoccupante propagazione del virus, non può più essere ignorata e non deve essere più presa sotto gamba, perchè si sta sorvolando sull’insalubrità di luoghi quotidianamente frequentati da una larga fascia di popolazione, leggerezza degna di rabbia e ribrezzo, di fronte alla quale non siamo più disposti a tacere.
E questa situazione risulta ancor più inaccettabile e non giustificabile se si considera che il problema di una riconfigurazione organizzativa dei trasporti finalizzata a mantenere il distanziamento e ad assicurare condizioni igieniche di viaggio all’altezza dei rischi legati alla pandemia, era noto fin dai primi momenti; sono trascorsi ben sei mesi per delineare il nuovo necessario sistema organizzativo ma nulla è accaduto.


Ci era stato promesso un rigoroso controllo del rispetto delle misure di sicurezza negli autobus, un incremento delle linee e una capienza massima corrispondente all’80% di quella per cui ogni mezzo è predisposto. E invece ciò che vediamo giornalmente (v. foto allegate) sono solo mezzi affollati e, inutile dire, un controllo del rispetto delle norme di sicurezza nullo, tanto che talvolta meno della metà dei viaggiatori indossa continuativamente la mascherina.
È così che si vuole preservare la nostra salute? È in questo modo che si vuole tutelare il nostro diritto allo studio? Se si sarà costretti alla decisione della chiusura delle scuole sarà soprattutto causa dell’assurda condizione che siamo costretti a subire nei pullman per poter raggiungere i luoghi che ci permettono di studiare e formarci, e che porta inevitabilmente ad una forte propagazione del virus.
Ed è questa l’ennesima richiesta, che spero venga presa in considerazione e non rimanga inascoltata come le migliaia che le fanno da sfondo, considerate da lei, presidente Stp, “preoccupazioni genitoriali” e non effettive mancanze del servizio.


Come portavoce di tutta la comunità studentesca pendolare pretendo:
1. Un ulteriore incremento delle linee negli orari in cui i pullman risultano più affollati;
2. Controlli affinchè vengano rispettate le norme di sicurezza (mascherina e, per quanto possibile, distanza di sicurezza) a bordo dei mezzi;
Oggi non sono andata a scuola, e come me centinaia di altri studenti che non vogliono più adeguarsi a questa ingiustizia.
Mi auguro che le nostre richieste, in quanto clienti dell’agenzia, vengano accolte e, per la prima volta, messe in pratica, poiché, se così non sarà, saremo costretti a non rinnovare l’abbonamento mensile a causa dell’insufficienza del servizio, fino a quando i diritti che ci vengono negati non saranno tutelati, consapevoli di provocare grandi disagi familiari e incrementare i tassi di inquinamento ambientale.


Distinti saluti
Elisabetta Capodieci

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