Home Politica Rete laboratori accreditati. Sottocommissione: “Stiamo valutando ogni iniziativa opportuna per difendere i nostri laboratori”

Rete laboratori accreditati. Sottocommissione: “Stiamo valutando ogni iniziativa opportuna per difendere i nostri laboratori”

da Cosimo Saracino
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“Dalla riunione della sottocommissione sulla riorganizzazione della rete dei laboratori analisi accreditati è emersa chiaramente la volontà politica di tutelare le realtà esistenti, nonostante la decisione da parte degli uffici regionali di non costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale per difendere l’art. 23 della legge 30/2022, impugnato dal Governo”. Lo dichiarano i consiglieri componenti della Sottocommissione Marco Galante, Antonio Tutolo, Antonio Gabellone e  Mauro Vizzino, a margine della riunione con l’assessore alla Sanità Rocco Palese e gli uffici del Dipartimento Salute.

“Non permetteremo alle multinazionali- spiegano i componenti della Sottocommissione – di cannibalizzare i laboratori, riducendoli a meri punti prelievo. Dispiace che si sia creato un cortocircuito con gli uffici regionali, che si sono sostituiti al legislatore, decidendo di non costituirsi in giudizio senza comunicarlo al consiglio e all’assessore Palese. Un atteggiamento che riteniamo grave. Le nostre intenzioni sono chiare: vogliamo assumere ogni opportuna iniziativa in merito al giudizio di costituzionalità promosso dal governo centrale contro la norma regionale che ha riferito alle reti di laboratorio e non alla singola struttura la soglia di efficienza delle 200.000 prestazioni. Assieme all’assessorato, al Dipartimento Salute e all’avvocatura regionale, stiamo valutando l’opportunità di abrogare l’articolo ora  al vaglio della corte costituzionale, annullare gli atti con cui si è inteso dare applicazione allo  stesso, e lavorare anche con i rappresentanti della categoria per attualizzare la norma vigente e cioè la delibera 736 del 2017. Non si possono obbligare i laboratori i a passare dal modello A, che consente oggi alle reti di aggregare strutture di altissima qualità in grado di erogare qualsiasi tipo di prestazione, al modello B (costituto da un solo HUB e da semplici punti prelievo). In una rete di tipo B i Laboratori Hub difficilmente riusciranno a ricollocare nelle proprie strutture e nell’immediato tutto il personale assunto, mettendo anche a rischio l’efficienza dei servizi. Non possiamo restare immobili davanti al rischio concreto di perdere la presenza capillare dei laboratori, a tutela dei cittadini. Dobbiamo fare il possibile come stanno facendo altre Regioni, ad esempio la Campania, per tutelare una rete di eccellenza sui territori”.

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