Home Politica Perché sosterrò Matteo Renzi alle primarie PD del 30 Aprile – di Nico Pettograsso

Perché sosterrò Matteo Renzi alle primarie PD del 30 Aprile – di Nico Pettograsso

da Cosimo Saracino
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Nico_Pettograsso_quimesagne.itQuando penso ad una forza di sinistra immagino un partito che deve impegnarsi nel combattere le ingiustizie e lottare per l’uguaglianza e l’integrazione, che ha il dovere di garantire il riscatto sociale e le pari opportunità e che si impegna nel promuovere il capitale umano investendo nella sfida educativa ma, nonostante tutte queste tematiche siano oggetto di ampio approfondimento all’interno della mozione col quale Renzi si ricandida a guidare il Partito Democratico, nessuna di esse mi convince particolarmente: a mio parere perseguire solo questi giusti obbiettivi non darebbe molte possibilità al PD di riaffermarsi alla guide del paese. Nei giorni scorsi ho ascoltato con piacere l’idea di Davide, un giovane diciottenne intento a prepara il suo esame di maturità per giugno prossimo. Lui sosteneva che oggi un partito progressista, innovatore e di sinistra ha il compito di “dare a tutti speranza per il futuro”, io ho ribattuto che questo dovrebbe essere l’obbiettivo della buona politica a prescindere dei partiti, ma per lui non era cosi: gli altri partiti si preoccupano di “dare speranza per il futuro solo ai loro elettori mentre un partito moderno di sinistra ha il dovere di dare speranza per il futuro a TUTTI”. Io ritrovo pienamente questa idea nella proposta di Matteo Renzi per il congresso 2017 ed è per questo che ho scelto di sostenerlo! È difficile parlare di speranza nel futuro in questo tempo: la crisi iniziata nel novembre del 2008 (la peggiore crisi economica del dopo guerra in avanti) aggravata dall’attacco speculativo che il nostro paese ha subito nell’estate del 2012 (la crisi dello spread a oltre 200 punti)… stiamo ancora contando le ossa rotte!

mozione - CopiaAnche per me è difficile parlare di speranza costretto spesso alla cassa integrazione. Ma la sinistra ha il dovere di ricominciare a parlare di futuro e speranza: i nostri oppositori hanno fatto della paura per il futuro l’elemento che caratterizza l’opposizione al Partito Democratico! Lo abbiamo vistone nei giorni del referendum del 4 dicembre durante i quali chi si opponeva alla riforma prognosticava la “Fine della Democrazia”, la realizzazione di un “Progetto Autoritario” dettato dall’ “Uomo Solo al Comando”. Oggi però il piano dei sostenitori del NO è stato dipanato: tornare al proporzionale, agli inciuci, alla prima repubblica! Se il Partito Democratico, non ricomincia a parlare di speranza nel Futuro proponendo progetti per l’ampliamento dei diritti e della democrazia non abbiamo chance! Ecco perché è necessario porsi ambiziosi traguardi! Sembrerà strano inserire Europa all’interno delle tematiche che caratterizzano la vita democratica di un partito nazionale, ma se dobbiamo pensare al più grande sogno ereditato dai padri che ci hanno fatto nazione non si può che iniziare dall’EUROPA. È innegabile che negli ultimi 60 anni il processo di integrazione politica del vecchio continente sia stata caratterizzato dal più grande incremento di democrazia che delle nazioni abbiano mai visto in tempo di pace, è però altrettanto innegabile che questo processo ha avuto un preoccupante rallentamento e rischia oggi di fermarsi. Come eredi di quel progetto oggi siamo chiamati a pensare in grande partendo da alcune considerazioni:

1) Dobbiamo lavorare di più e meglio sulla SICUREZZA COMUNE. È finito il tempo di credere che la sicurezza sia una prerogativa delle destre, la sicurezza garantisce lo sviluppo dell’esercizio democratico pilastro dal quale parte l’ampliamento della sfera dei diritti. l’UNIONE EUROPEA non può più latitare, non può più considerare il mediterraneo solo una frontiera nazionale. L’UE deve impegnarsi a ripristinare equilibri distrutti anche da alcune azioni unilaterali dei sui stati membri. Sul tema dell’immigrazione occorre però essere onesti: è vero, chi è diverso da noi ci fa paura! ma a questo sentimento dobbiamo rispondere esportando i principi di integrazione della nostra cultura umanistica, la cultura che ci invidia tutto il mondo: un euro speso in cultura è un euro speso in sicurezza.

2) Dobbiamo tornare a parlare di DIFESA COMUNE. La pace e la democrazia sono le basi sulle quali si fonda l’Unione ma la risposta contro le forze che minacciano le nostre fondamenta non può essere lasciata ai singoli stati, occorre pensare ad una forza sovrannazionale di difesa comune e ad investimenti mirati per la difesa satellitare, logistica e cibernetica.

3) Dobbiamo affrontare il grande problema del FISCO COMUNE. Non ci può essere più spazio per un’Europa che realizzi stringenti regole sul deficit senza porre medesima attenzione alle aliquote fiscali permettendo quella che potremmo definire quasi una concorrenza sleale da parete di alcuni stati ottimi candidati ad essere “Paradisi Fiscali”. Ma il Partito Democratico non può fermarsi a questo, occorre riprendere il cammino dei Padri, occorre togliere la gestione della politica europea alle tecno-burocrazie degli addetti ai lavori: dobbiamo rimettere in campo il principio democratico, è fondamentale! Pertanto

4) È necessario attuare una distinzione tra gli stati che aderiscono solo alla cooperazione economica e quelli che intendono effettuare un cammino di integrazione politica. Per i secondi occorre realizzare un modello a due livelli distinti: uno basato sulla responsabilità degli stati nazionali dal quale gradualmente dovranno avvenire cessioni di sovranità verso il secondo livello, ovvero quello di una Europa federale basata sui principi di sussidiarietà. Ovviamente la cessione di sovranità potrà realizzarsi solo dopo il rafforzamento democratico della PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA che non dovrà più essere espressione dei governi nazionali ma eletta a suffragio universale. Tutti questi processi non saranno attuabili nell’immediato: per riprendere il cammino di integrazione sarà necessario attendere certamente gli esiti delle elezioni in Francia, Germania e Italia: se in questi paesi prevarrà il fronte europeista la strada del cambiamento delle istituzioni comunitarie sarà spianata altrimenti UE si troverà difronte alla più grande crisi politica dall’atto della sua fondazione. Realizzare il progetto ambizioso dell’Europa che hanno sognato i Padri, non solo UNITA’ ma soprattutto DEMOCRATICA, chiede di avere alla spalle un partito non solo FORTE ma anche PENSANTE. Noi abbiamo bisogno di un PD nel quale si sappia discutere ed ascoltare, nel quale ci si faccia carico delle posizioni degli altri e si riesca ad elaborare una sintesi tra le differenti sensibilità. Ma abbiamo bisogno anche di un partito consapevole della responsabilità di “dover scegliere”: questo vuol dire superare il ping-pong decisionale al quale abbiamo spesso assistito e che negli ultimi mesi è diventato inaccettabile. Il PD non può avere paura delle decisioni prese con un voto. L’identificazione tra segretario di partito e candidato alla leadership del paese è ormai un’importante consuetudine del dibattito politico europeo: basti pensare ad Angela Merkel, Theresa May, Mariano Rajoy (che appartengono al fronte liberale) oppure ad Antonio Costa, Alexis Tsipras, Franҫois Hollande (per citare i leader del fronte progressista). La coincidenza tra capo dell’esecutivo e capo del partito di maggioranza è una peculiarità del dibattito politico in tutta l’Unione; nell’attuale assetto europeo la forza di un leader è commisurata dai voti del suo partito. Ma per avere un partito PENSANTE è necessario fare di più sulla formazione politica: non è sufficiente essere ONESTI (o come preferirebbe qualcuno HONESTI), il politico HONESTO ma incompetente porta il paese alla rovina allo stesso modo del politico MAFIOSO e DISONESTO. Occorre competenza nell’occuparsi della “COSA PUBBLICA”, ecco perché sarà indispensabile realizzare una scuola di formazione alla politica per i nostri Sindaci, Consiglieri Regionali, Governatori e Parlamentari. Rimane però ancora in piedi il problema della partecipazione alla vita del partito che non si risolve aprendo qualche circolo in più o limitandosi a garantire la luce accesa nelle realtà già presenti. Occorre fare della sede di circolo un nodo pulsante di volontari che fanno politica e al quale le altre associazione del territorio possono fare riferimento per cercare soluzioni alle emergenze locali di povertà ed emarginazione. I circoli del PD devono essere luoghi dove si percepisce l’umanità perché siamo amici di tutti su FaceBook ma ciò che deve fare veramente la differenza è la dimensione umana: il circolo deve essere luogo per dare risposta alla solitudine del cittadino globale. Certamente nell’era della “POST VERITA’” tutto questo non è ancora sufficiente: è innegabile che la Rete sia divenuta iperspazio di incontro e condivisione di informazioni ma diventa anche sempre più luogo dove sovrabbondano “FAKE NEWS” e “TROLLS”. Noi in questa “realtà” siamo estremamente carenti, lo dimostrano le analisi sui contenuti informativi lanciati da gruppi organizzati nei social durante la campagna per il Referendum Costituzionale: oltre 85% dei blog si sono schierati a favore del NO. Tutto questo non è sufficiente a spiegare una profonda sconfitta ma dimostra la necessità di investire nella comunicazione web: non si può lasciare la splendida invenzione di internet a chi per professione fa business con gli ideali altrui. Tutte queste idee sul partito hanno però un immediato riflesso sul nostro paese: abbiamo il dovere di prenderci cura della nazione. Nell’incontro del 10-12 marzo scorso al lingotto di Torino (che ha visto la partecipazione di un’ampissima rappresentanza della base del partito, e nel quale anche Mesagne era presente) sono stati toccati numerosissimi aspetti delle politiche da mettere immediatamente in atto per migliorare l’Italia. La sola elencazione sarebbe superflua in questa sede, ma vi invito a prendere visione dei documenti di sintesi prodotti (http://lingotto.matteorenzi.it). È doveroso comunque soffermarsi sull’aspetto che, a mio avviso, è cardine del confronto politico: il LAVORO. Una larga parte del nostro territorio è in difficolta: sono troppi i giovani costretti ad emigrare se non hanno uno sponsor che li raccomandi. Questa è la peggiore sconfitta della politica, ma abbiamo bisogno di dirci almeno tre cose fondamentali:

1) La Sinistra deve combattere la povertà non la ricchezza! Questo vuol dire che vanno rigettate le ipotesi di “DECRESCITA FELICE”: la decrescita è felice soltanto per quelli che stanno già bene; occorre invece ricominciare a parlare di SVILUPPO SOSTENIBILE. Dobbiamo realizzare un paese che cresca meglio e più velocemente (e le politiche degli ultimi 3 anni vanno in questa direzione); solo così si realizzano le condizioni per una società più giusta. Il miglior modo per difendere i lavoratori è creare posti di lavoro (e qui si potrebbe aprire un’ampissima pagina sull’alternanza scuola-lavoro così fortemente incrementata dai governi PD) perché senza lavoro non ci sono lavoratori da tutelare!

2) I governi hanno dato per anni soldi alle politiche che finanziavano la disoccupazione, solo da poco si finanziano le politiche occupazionali ma ancore non basta: occorre investire di più sulle politiche attive per il lavoro.

3) Fa respinto con forza il riferimento al REDDITO DI CITTADINAZA per un motivo molto semplice: noi non vogliamo un paese fondato sulla cultura dell’assistenzialismo, ma bensì un paese fondato sul lavoro. Se un cittadino è in difficolta, va aiutato, lo stato deve farsi prossimo (anche con meccanismi di tutela per i LAVORATORI AUTONOMI) ma se affermiamo che il diritto alla rendita è più forte del diritto al lavoro consentiremo a tanti di rilassarsi tranquillamente…… “tanto c’è lo Stato che paga!” Il compito del Partito Democratico è quello di dare a TUTTI la speranza nel FUTURO: il PD deve parlare a tutti gli elettori del paese non solo ad una fascia. Onestamente penso che l’unica persona che possa dare alla SINISTRA italiana questo slancio sia MATTEO RENZI ecco perché anche a nome del comitato “Mesagne per RENZI” (https://www.facebook.com/mesagneperRenzi) vi invito ad appoggialo alle Primarie del PD che si svolgeranno il prossimo 30 Aprile, in particolare a Mesagne presso la sede del circolo cittadino in VIA ROMA. Solo affidando a Matteo la segreteria del unico partito che in Italia esercita veramente la democrazia diretta possiamo continuare il processo di cambiamento del Partito, dell’Italia e della nostra patria Europa. (*componente del comitato “Mesagne per Renzi”)

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