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Mesangeles innevata 2021 – di Flavia Montanaro

da Cosimo Saracino
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A Mesangeles il 14 febbraio 2021 è caduta la neve. «Sta nevaca!» ha urlato mia madre appena si è alzata, mentre io ero ancora accoccolata tra le coperte. Sincera? Credevo stesse farneticando e che stessero venendo giù i soliti “due fiocchi di neve a ‘ncroci”. Invece era tutto bianco per davvero: i colori della campagna che sino a ieri si risvegliava lentamente erano stati cancellati durante la notte. Un grande e unico foglio bianco dove a fatica di distinguevano i confini delle case, solo il cupolone di Mater Domini svettava fiero e imponente.

La neve qui da noi è sempre un evento eccezionale. Mai ci siamo tutti ritrovati col naso all’insù (e la lingua ti fori) per accogliere con stupore quei soffici fiocchi bianchi che cadevano copiosi sulla nostra Mesangeles. La neve è silenziosa. C’era lo stesso silenzio di marzo e aprile 2020. Ma era un silenzio diverso. Dopo un po’ infatti, insieme al suono delle campane, le strade si sono riempite del suono delle risate (e ti li criti ti li cuccuvasci). Più di qualcuno aveva già iniziato la guerra delle palle di neve, i bambini finalmente si sentivano protagonisti dei film di Natale e si cimentavano nella difficile opera di costruzione del migliori Frosty The Snowman degno di tale nome.

Ho infilato gli stivaletti, indossato cappottocappelloguanti, e sono scivolata pure io tra le strade, per vivere. Respirando a pieni polmoni l’aria fresca, quella frizzante che ti fa vibrare le guance (non quella ca ti trasi ‘ntra l’ossi). Sorridevo a tutti quelli che incontravo. E i sorrisi erano ricambiati. Avevamo uno sguardo diverso, pieno di stupore. Sarà che la neve ci fa tornare bambini. Sarà che abbiamo bisogno di cose semplici. Sarà che ci manca proprio ridere a cuor leggero. Senza pensieri. Ho camminato per un’ora nella neve. Immersa in uno scenario surreale. Provando a ridisegnare con lo sguardo i confini che sono abituata a vedere ogni giorno. Come un Marcovaldo qualsiasi.

Chi è nato qualche anno fa (sino al 1985 almeno, proprio come me), ricorda una nevicata epocale. Quella dell’87. E la neve “brucia” sempre, proprio come quando l’ho presa a piene manine, manco fosse sabbia. Un proverbio zen dice che “nessun fiocco di neve cade mai nel posto sbagliato”, ed io ci credo. E’ caduta su Mesangeles, ghiacciando il suo cuore antico, e sciogliendo i nostri induriti dalla pandemia.

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3 commenti

Veronica domenica, 14 Febbraio 2021 - 23:35

Pregherei di non usare questo termine, per chi non lo sapesse, divenuto uno sfottò nei nostri confronti GRAZIE a chi prende le cose con leggerezza…

Ragazzo lunedì, 15 Febbraio 2021 - 12:58

Ma veramenti propria…ma si può dico io!?

Luis sabato, 20 Febbraio 2021 - 2:09

Infatti la neve li copre meglio i fanghi tossici venduti per concime a degli ingenui vecchietti.
Ma poi quando si scioglie, finisce la poesia.
È la prima cosa che ho pensato, tipo cosa va in falda ecc. Ecco come si conosce “mesangeles” fuori.

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