Home Dal Territorio MESAGNE SPIEGATA IN MANIERA SEMPLICE PER TUTTI – di Francesco Simone

MESAGNE SPIEGATA IN MANIERA SEMPLICE PER TUTTI – di Francesco Simone

da Cosimo Saracino
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Photo Marco Falcone Photography

Spiegare Mesagne non e’ impresa semplice.

Visitare Mesagne e’ impresa semplice.
Ammirare le bellezze di Mesagne e’ impresa semplice.
Festeggiare chi fa di Mesagne un orgoglio e’ impresa semplice.

Ma spiegare Mesagne in maniera semplice per chi non ci ha mai vissuto, mai ci vivra’, magari ne ha sentito il nome in Tv
e sui social… non e’semplice.
Ci vuole un fisico bestiale, come diceva Luca Carboni.
Ci proveremo, Don’t worry, come dicono i Boom Da Bash.

Beh, forse basterebbe citare il recentissimo spot celebrativo delle Olimpiadi di Fastweb che esordiva cosi’: “Grazie a voi che
avete fatto di Mesagne la capitale del mondo”…
No, non basterebbe.
Forse basterebbero appunto i due ori olimpici nel Tae Kwon Do di Molfetta e Dell’ Aquila.
O forse basterebbe dare un’occhiata alle Top Chart discografiche di Italia e ritrovare puntualmente i mesagnesissimi Boom Da Bash.
Che hanno deciso di vivere a in citta’ nonostante gli impegni in giro per l’Italia. Chapeau.

E che artisti al top del riconoscimento del pubblico giovane come Sfera Ebbasta o Madame scelgono Mesagne per presentare le loro produzioni.

O magari basterebbe far notare una caratteristica urbanistica in Italia che e’ quella di avere un centro storico perfettamente
a forma di cuore e una piazza nel cuore del cuore a forma di …cuore!

Beh penso che basterebbe, no?
No. Non basterebbe.

Allora basterebbe un patrimonio artistico di chiese e palazzi signorili in stile barocco e per farla piu’ corposa una
necropoli archeologica messapica , eccezionale tesoro in continua “eruzione”.
No, non e’ ancora abbastanza.

Bene, allora basterebbe seguire le orme professionali e la carriera di ragazzi che da giovanissimi hanno lasciato la citta’
per studio o lavoro e che hanno negli anni raggiunti picchi di carriera nella medicina, nella ristorazione, nel cinema,
nell’imprenditoria.
Vi direi solo che fino a qualche anno fa in un polo di eccellenza ospedaliera come Pisa (citta’ in cui vivo da 28 anni) c’erano
4 primari di Mesagne.

Bene, il mio testo potrebbe finire qui.
E invece vi ho promesso di scegliere la via piu’ tortuosa ma anche piu’ intrigante.
Quella di spiegare Mesagne senza far leva su tutte queste menzioni di merito.

Lo faccio a petto alto, forse incarnando lo spirito dei mesagnesi che vivono la citta’ unito a quello delle migliaia di quelli
come me che hanno lasciato Mesagne.
Magari con un motivo o magari semplicemente perche’ un motivo per fuggire c’era.
Fuggire da un vuoto, fuggire dalla noia, fuggire dalla paura, fuggire con un’unica certezza.
Quella di non avere certezze future nella propria citta’-

Mesagne va spiegata in un cartello stradale.
Un cartello normale di una via normale.
Uno di quelli che indicano il nome della citta’ e danno il benvenuto a chi viene da fuori.
Un cartello bizzarro, a pois strani, che pois non erano. Erano fori. Fori puntellati nell’anima della citta’, fori che bucavano
speranze e certezze.
Se venite a Mesagne quel cartello non lo troverete piu’ perche’ un sindaco con le palle quadrate ha avuto il coraggio di farlo rimuovere.

Se siete curiosi, un giorno vi raccontero’ la storia di quel cartello che non c’e’ piu’.
E vi assicuro che non ne sentiamo la mancanza.
Ma questa e’ un’altra storia e non so nemmeno se avro’ voglia di raccontarla.

Mesagne va spiegata in un muro. Un muro normale. Di una masseria normale.

Su quel muro c’e’ un murales che racconta la storia di una donna. Di una povera donna,una mamma, la storia di un bosco e di una pietra.
Quel muro e’ il ricordo, il tributo doveroso per Marcella.
Passateci, e state per un attimo in silenzio. Lasciate che Marcella vi parli, pur stando zitta.

Ma questa e’ un’altra storia e non so nemmeno se avro’ voglia di raccontarla.

Mesagne e’ semplice da capire quando avrai colto che e’ complicato scovarne un senso.
Come e’ stato complicato scovare il senso della storia di Melissa Bassi, vittima di una follia.
Come e’ stato complicato capire per me e per tutti i ragazzini degli anni 80/90 e delle loro mamme e papa’…il senso di una paura..
.
Il senso di dover abbassare la testa e dover quasi balbettare il nome della prorpia citta’ quando ti chiedevano di dov’eri.
Come e’ apparentemente complicato ma affascinante scovare un senso nella storia di Johann, che da Londra si trasferisce a Mesagne per la vita.
Come folgorato da un colpo di fulmine per quelle campagne e quella pace.
E Johann stesso racconta di come una birra a Mesagne in mezzo al barocco abbia una sapore diverso rispetto alla sua London.

Mesagne oggi ha un senso.
Un senso unico.
Quello della cultura, quello della sua cultura.
Il Maestro Abbado ha detto “La cultura permette di distinguere tra bene e male, di giudicare chi ci governa. La cultura salva.”

Ecco. la cultura ha permesso a questa citta’ complicata di fare la scelta giusta.
Ma non la cultura che cerchi sui libroni e nelle Universita’.

Mesagne ha la sua misteriosa cultura fatta di sguardi cotti dal sole, fatta di suole di scarpe che quasi si appiccicano alle chianche arroventate dal sole,
la cultura di storie semplici e di legami semplici.
Una cultura fatta di leggende, di castelli, di fantasmi, di Templari sulla via del Sepolcro e un tratto di via Appia appena scoperta
Di sentimenti semplici ma stabili, secolari, forti e ruvidi come i nodi di un tronco di ulivo.
Di quelli che se li accarezzi ti graffi le mani, ma poi ti fermi ad ammirarne la maestosita’ e la saggezza secolare.

Mesagne ora e’ un trend. Quest’estate e’ stata presa d’assalto da turisti, paesi limitrofi e curiosi di passaggio in Salento.
Un blog l’ha definita “la citta’ italiana piu’ cool dell’estate “.
Fatico a trovare un senso anche nell’entusiasmo sfrenato e nell’eccesso di clamore.
Non e’ il senso giusto nemmeno quello.

E piuttosto, forse il senso giusto per spiegare Mesagne l’ho trovato.
Cultura.
Che etimologicamente richiama “Coltura”, l’essenza di Mesagne.
Non e’ casuale.

Il filosofo Giordano Bruno disse:
“Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze,
porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto.”

Beh, a Mesagne questa cultura e’ fiorita, ne sento gia’ il profumo.
Ne sentiamo tutti il profumo.
Mesagnesi che ci vivono, mesagnesi che ci sono nati, mesagnesi che hanno scoperto questa citta’ da turisti.

Ecco, ho trovato persino la parola giusta dopo anni per spiegare Mesagne .
Profumo.
Profumo di una nuova cultura fiorita. Inattesa, improvvisa.

Se passate da Mesagne, chiudete gli occhi e godetevi questo meraviglioso senso.
Che sia di un pasticciotto, che sia di un calice di buon vino, che sia di lenzuola di lino appena lavate.
Che sia dell’incenso che proviene da una chiesa del centro o il profumo di una volta affrescata di un palazzo d’epoca.
Che sia di verdura appena raccolta e venduta in un garage o che sia semplicemente il profumo degli occhi velati di una mamma
o di un papa’ che saluta un figlio/a che ritorna nella sua citta’ lontano da quella culla.

Che sia di questa nuova cultura.
Pronta ad abbracciarne ogni volta una nuova portata con se’ da un nuovo visitatore.

Che tu sia il benvenuto a Mesagne.

Mesagne e’ candidata a Capitale italiana della Cultura 2024.
Forza la mia citta’.

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