Home Politica L’Italia anti sistema divise in due – di Antonio Capodieci

L’Italia anti sistema divise in due – di Antonio Capodieci

da Cosimo Saracino
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Guardando la cartina dell’Italia, con la distribuzione del voto, appare evidente una netta divisione del Paese in due parti. Al centro nord trionfano le destre, in particolare la Lega, nella sua recente versione xenofoba, mentre al sud trionfano i 5 Stelle.

Ma come mai questa divisione? Colpa delle mafie? Colpa di una presunta atavica arretratezza sociale ed economica del meridione?

Nulla di tutto questo, a mio modesto avviso. E’ solo l’applicazione della famosa terza legge di Newton: a un’azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Proverò a dare una spiegazione coerente e ragionata di questo risultato. Una spiegazione che, forse, potrebbe aiutare a ripartire. Ovviamente da sinistra!

Nell’Italia settentrionale e centrale, soprattutto nelle grandi città, vi è un problema, enorme, di sicurezza sociale. Non ci si sente sicuri; basta farsi un giro intorno alla stazione di Milano per farsi un’idea di questo. Per ovvie ragioni, economiche e sociali, la fonte di questa insicurezza coincide con la presenza degli immigrati, dei “diversi”.

Questo è un problema concreto.

Negarlo, adottare le categorie del politicamente corretto, ossia dire che non è colpa degli immigrati – cosa che, per inciso, condivido in toto -, non risolve il problema, anzi lo peggiora.

Mettiamoci nei panni di quei cittadini che quotidianamente vivono in quel contesto. O la soluzione la offre la sinistra o si rivolgeranno alla destra. Non vi sono altre opzioni.

Salvini ha avuto gioco facile: la delinquenza è colpa degli immigrati, via gli immigrati, la delinquenza diminuisce. Lo so che è una sciocchezza, ma un cittadino si deve pur aggrappare a una speranza.

Ma noi quale soluzione abbiamo proposto? Nessuna. Nulla. Le periferie sono abbandonate, dalle Istituzioni e dalla politica. Il risultato è stato l’avanzata della destra.

Questi ragionamenti spiegano anche il risultato della Lega al sud.

Sud Italia, dove i 5 Stelle hanno raggiunto picchi altissimi ed equamente distribuiti nei territori e, cosa non secondaria, tra differenti fasce di età.

Al sud, da qualche anno, l’ascensore sociale funziona al contrario. Fino alla mia generazione si aveva la legittima e concreta aspirazione che, soprattutto attraverso lo studio, si potesse aspirare a un miglioramento delle proprie condizioni sociali. I figli dei contadini, degli operai sono diventati professionisti, professori, medici, ecc., hanno trovato, seppur tra mille difficoltà rispetto ai giovani appartenenti alle classi sociali più ricche, una propria strada. Questo meccanismo si è ferocemente interrotto a partire da quelli che ora hanno tra i 30 e i 40 anni.

Moltissimi di loro sono ancora precari, nonostante le altissime qualificazioni professionali. Le opportunità del pubblico impiego sono una chimera, anche a causa di politiche nord-centriche che in questi anni hanno massacrato università, sanità e PA meridionali. L’economia privata è estremamente ridotta.

L’emigrazione, soprattutto di ragazzi altamente istruiti, è ripresa in maniera massiccia e oramai sembra essere l’orizzonte più probabile.

Insomma, le poche opportunità, buone, sono riservate, quasi sempre, ai “figli di …”, mentre i nostri, di figli, bravi, studiosi, capaci, sono costretti a emigrare o a lavorare nei call center, se va bene.

Anche la composizione delle liste elettorali è andata in questa direzione. I posti sicuri, o presunti tali, sono stati riservati a una ristrettissima cerchia di amici, fedelissimi servitori e parenti. Si veda il caso di LeU, ma non solo.

Il movimento 5 Stelle si pone come rottura di questo sistema. “Mandiamoli tutti a casa!” il loro messaggio. “Non siete stanchi voi?”, recitava uno slogan del neo eletto On. Aresta…

E a questo richiamo il popolo ha risposto.

D’altronde mi pare, francamente, difficile dare torto a questi elettori. Perché mai avrebbero dovuto votare un partito che garantisce l’attuale sistema mentre i loro figli fanno la fame e molto probabilmente avranno una posizione sociale più bassa di quella che i loro genitori che con tanta fatica hai conquistato?

Il PD, ed anche LeU alla fine, si sono posti a difesa del sistema attuale. Lo ha confermato lo stesso Renzi nel discorso delle fake-dimissioni: noi, PD, siamo la forza del sistema contro le forze anti sistema.

Ma se questo sistema non dà tutele, non garantisce sicurezza, al nord, o una ragionevole speranza di un futuro, al sud, perché il popolo dovrebbe votarlo?

Chiaramente, per concludere, entrambe le situazioni – nord e sud – hanno in comune il fatto che la politica e, in particolare, le forze che, in teoria, si identificano in un ideale di sinistra, sono incapaci di redistribuire la ricchezza.

Perché la crisi c’è solo per i lavoratori, la ricchezza complessiva nel mondo continua ad aumentare solo che si accumula sempre di più nelle mani di pochi.

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1 commento

Lucia D'Amore sabato, 10 Marzo 2018 - 7:40

Il solito comunista, che non ha capito niente e che mi parla sempre di ridistribuire la ricchezza, senza pensare quanto danno hanno fatto le politiche stataliste che hanno soffocato le imprese con tasse, balzelli, regolamenti capestro. E poi i sindacati che hanno solo gridato “diritti, diritti, diritti” e mai DOVERI.
Sono un’imprenditrice fallita per colpa dei “diritti” dei lavoratori a cui aveva assicurato un salario.

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