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La paura più grande davanti alle discriminazioni è restare in silenzio

da Sara Calvano
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Fabiola Ribezzi, giovane mesagnese, ha voluto segnalarci quanto le è accaduto ieri: «ho postato sul mio profilo Facebook dei messaggi in chat scambiati con un ragazzo, che sembrava volesse approfondire la nostra conoscenza. Dopo avergli fatto intendere che non nutro alcun interesse per i ragazzi, mi son vista recapitare una serie di insulti gratuiti per il mio orientamento sessuale».

Dissociandosi dai commenti di vari utenti sotto il suo post, Fabiola ha voluto porre l’attenzione sulla questione, procedendo nelle sedi opportune per denunciare quanto avvenuto. «Nel 2021 non è ammissibile che un rifiuto possa condurre ad insulti gratuiti. Non è tollerabile essere ancora umiliati e offesi per il proprio orientamento sessuale, anche se ciò purtroppo accade ancora con una certa frequenza. Personalmente le ingiurie ricevute non mi tangono, ma sono fermamente decisa a procedere denunciando l’accaduto. Ci sono ancora troppe persone che subiscono molestie, episodi di bullismo o cyberbullismo che non riescono a reagire e soffrono non riuscendo a sostenere il peso di determinate parole usate con troppa leggerezza. Questo è indice di poca empatia e aggressività gratuita. Ciò comporta che alcuni soggetti più fragili possano commettere atti estremi. Non se ne può più di stare ancora a dover rivendicare il diritto alla propria libertà sessuale. È una battaglia che va avanti da lungo tempo e mi auguro che tanta altra gente come me trovi la forza di segnalare tali episodi».

La lotta alla discriminazione deve essere costante, siamo ancora lontani dall’accettazione della diversità. Quotidianamente si verificano episodi di violenze, minacce e sopraffazioni in tutti gli ambiti della società, a partire talvolta proprio dal nucleo familiare, nelle scuole, nell’ambito sportivo, lavorativo e per le strade.

La presa di coscienza sociale, soprattutto nei tempi recenti ha fatto sì che i comportamenti subiti, precedentemente ritenuti tollerabili considerando il contesto sociale in cui venivano esperiti, siano attualmente condannati e inseriti all’interno di apposite fattispecie incriminatrici all’interno del nostro ordinamento giuridico.

Oltre alla funzione repressiva di tali fenomeni, è fondamentale la funzione preventiva considerando l’esplosione nelle aule dei tribunali e nella cronaca quotidiana di giornali e telegiornali di aberranti episodi di violenza di genere, femminicidi, omofobia e bullismo. La cultura Italiana è fortemente intrisa di pregiudizi che conducono al mantenimento di un terreno fertile per la perpetrazione di episodi che tendono alla discriminazione.

Nonostante i mutamenti culturali e giurisprudenziali di recente introduzione che hanno garantito tutele maggiormente idonee alle vittime di questi episodi, è necessario non adagiarsi sugli allori e restare vigili.

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