Home Politica La Manovra Economica in “Pillole” – di Giovanni Luca Aresta

La Manovra Economica in “Pillole” – di Giovanni Luca Aresta

da Cosimo Saracino
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In queste giornate tantissimi cittadini mi scrivono attraverso i social e le posta elettronica per chiedere di conoscere i punti salienti della nostra Legge di bilancio: la prima del nostro Governo, quella che abbiamo definito la “Manovra del Popolo” perché in discontinuità con il passato. La Manovra ha recentemente incassato l’okay dal Senato, dal prossimo giovedì 27 contiamo nella definitiva approvazione anche della Camera dei Deputati. Come ha evidenziato il Premier Giuseppe Conte, la Manovra 2019 “nasce con un segno chiaramente espansivo e lo mantiene anche dopo le modifiche effettuate a seguito del negoziato con Bruxelles”, le risorse destinate agli investimenti restano invariate nel prossimo triennio, per un valore complessivo di circa 15 miliardi. Il taglio agli investimenti sarà riequilibrato da fondi europei. La Manovra 2019 ha un valore complessivo di 31 miliardi di euro. In seguito al dialogo con la Commissione Europea il rapporto tra deficit e Pil è stato fissato al 2,04%, una diminuzione rispetto al precedente 2,4%, sulla quale però vanno fatte immediatamente due riflessioni.

 

La prima: il 2,04% è comunque un rapporto nettamente superiore all’1,6% che l’Unione europea aveva chiesto all’inizio della sessione di bilancio e all’1,2% che si sarebbe ottenuto mantenendo la legislazione vigente del governo Gentiloni.

 

La seconda: lo stesso 2,04% non compromette minimamente la regolare partenza e la integrale copertura delle due misure più importanti, ovvero Reddito di cittadinanza e Quota 100 per il superamento della legge Fornero. È vero che i relativi fondi sono diminuiti rispetto agli stanziamenti iniziali, ma la partenza degli interventi da fine marzo, con alcuni aggiustamenti statistici dovuti al fatto che non tutta la platea potenziale aderirà alle due misure, rendono i nuovi fondi del tutto adeguati a finanziarle.

 

Abbiamo mantenuto le promesse, ottenendo le risorse per le nostre misure chiave ed evitando la procedura d’infrazione, e chi dice il contrario mente sapendo di mentire.

 

Va comunque ricordato che nella Legge di Bilancio sono stati inseriti i fondi per Reddito di Cittadinanza e Quota 100, ovvero le cornici economiche. Le misure verranno poi dettagliate in appositi decreti non appena la Manovra sarà approvata, come è sempre stato.

 

Tra l’altro, secondo l’audizione dell’Istat alle commissioni Bilancio riunite nel corso dell’esame della Legge di Bilancio alla Camera, il reddito di cittadinanza è in grado di produrre un effetto positivo sul Pil, grazie ad un moltiplicatore intorno allo 0,5-0,6. Una spesa di 7,1 miliardi, quindi, potrebbe produrre una crescita aggiuntiva fino 3,5 miliardi di euro (circa 0,2% del Pil). Al di là di questo impatto, però, è molto più importante concentrarsi sull’immenso valore sociale del reddito di cittadinanza. In Italia, come certifica l’Istat, 10 anni fa c’erano 2,1 milioni di persone in povertà assoluta, oggi sono più che raddoppiate superando quota 5 milioni. Persone che verranno man mano accompagnate al lavoro attraverso un potenziamento dei Centri per l’Impiego.

 

 

IL CONTENUTO DELLA MANOVRA

 

1) RILANCIARE LA CRESCITA

 

Disinnescata la bomba dei precedenti governi: no aumenti Iva e accise

 

Con il maxiemendamento approvato dal Senato confermiamo il blocco dell’aumento dell’Iva nel 2019, che avrebbe prodotto un incremento del prelievo fiscale di 12,4 miliardi. Ricordiamo che la questione delle clausole di salvaguardia Iva rappresenta un “frutto avvelenato” ereditato dai precedenti Governi, in particolare dagli accordi raggiunti all’epoca con l’Unione europea. Sempre nell’ottica di questa eredità, la cui gestione non è certo facile, andiamo a rimodulare le stesse clausole per il 2020 e il 2021. Il tutto in seguito all’accordo con Bruxelles per evitare la procedura di infrazione. Si prevede così un aumento del 3% (prima era previsto all’1,5%) dell’aliquota ridotta (oggi al 10%) a partire dal 2020, che vale 8,7 miliardi di euro l’anno. Allo stesso modo si prevede per il 2020 un aumento del 3,2% (prima era del 2,1%) dell’aliquota ordinaria Iva (oggi al 22%), che vale 13,9 miliardi. Per la stessa aliquota ordinaria Iva si prevede dal 2021 un aumento del 4,5% (prima era del 2,5%), che vale 19,6 miliardi. Facendo le somme le nuove clausole di salvaguardia Iva aumentano da 13,5 a 23 miliardi nel 2020 e da 15,3 a 28,5 miliardi a partire dal 2021. Il Governo però, soprattutto per bocca dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ha garantito che non ci sarà nessun aumento dell’Iva nemmeno nei prossimi anni. Di Maio, in particolare, ha spiegato che la prossima sterilizzazione dell’aumento verrà finanziata anche attraverso un’ampia opera di tagli agli sprechi, già messa in cantiere per il 2019 (Di Maio ha parlato di un “Team Mani di Forbice”). La sostanza ad oggi è che abbiamo disinnescato la clausole 2019 ereditate, rispettando le promesse.

 

Rilancio degli investimenti pubblici da parte dello Stato e degli enti territoriali

 

La priorità è rilanciare gli investimenti pubblici, che generano effetti positivi sia sulla domanda nel breve periodo, che sull’offerta (capacità produttiva e competitività) sul lungo periodo. Senza investimenti pubblici non riparte il settore privato e l’occupazione. I governi precedenti hanno ridotto la quota di investimenti pubblici fissi lordi sul Pil dal 3,4% del 2010 all’1,9% del 2018 (minimo storico).

 

Ecco perché istituiamo un Fondo presso il Ministero dell’Economia dotato di risorse pari a 750 milioni per il 2019, 1,26 miliardi per il 2020, 1,6 miliardi per il 2021, 3,2 miliardi per il 2022 e 3,25 miliardi per il 2023. Il Fondo è ripartito con decreto del Presidente del Consiglio ai diversi Ministeri, coerentemente ai programmi di investimenti predisposti dagli stessi. I Ministeri devono descrivere entro il 15 settembre di ogni anno lo stato di attuazione degli investimenti promessi. Si prevedono infatti procedure di revoca per i Ministeri che non utilizzino gli stanziamenti previsti entro 18 mesi dalla loro assegnazione.

 

Per gli enti territoriali istituiamo un Fondo da 2,78 miliardi per il 2019, 3,2 per il 2020 e altri 1,2 miliardi per il 2021. Andiamo ad aiutare comuni, province e regioni su settori vitali come l’edilizia pubblica, la manutenzione e la sicurezza del territorio, la manutenzione della rete viaria, la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Questi maggiori investimenti locali si vanno ad aggiungere ad 1 miliardo di maggiori fondi derivante dallo sblocco degli avanzi di amministrazione per i comuni virtuosi. Diamo ossigeno agli enti territoriali massacrati fino ad oggi dal Patto di Stabilità interno e dal principio del Pareggio di Bilancio.

[Per un dettaglio maggiore sul totale degli investimenti aggiuntivi nei tre anni 2019-2021 si rimanda ad un aggiornamento successivo, in attesa di ragguagli tecnici dal Governo].

 

Cabina di regia per gli investimenti

 

Viene istituita per aiutare le amministrazioni centrali e gli enti territoriali a progettare, attuare e valutare gli investimenti pubblici. Le vengono assegnate 300 unità di personale.

 

Startup e Blockchain: lo Stato al servizio dell’innovazione

Creiamo presso il Mise un Fondo per il sostegno del Venture Capital da 30 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 e abbiamo previsto la possibilità che il Ministero investa direttamente in fondi di Venture Capital. L’obiettivo immediato è favorire gli investimenti in VC, quello di medio periodo è favorire la crescita dimensionale delle startup italiane, le più meritevoli, in modo da farle competere nello scenario globale.

Creiamo un fondo per favorire la sperimentazione sulle tecnologie emergenti (Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet delle cose) con dotazione iniziale di 15 milioni l’anno fino al 2021. Attraverso questo fondo il MISE potrà:

  1. Finanziare progetti proposti da soggetti pubblici o privati su tecnologie emergenti;
  2. Lanciare sfide competitive (call) per raggiungere specifici obiettivi strategici (ad esempio creare strumenti per tutelare più efficacemente il Made in Italy).

Strade di Roma

Con l’approvazione del maxiemendamento al Senato mettiamo in campo tutta una serie di interventi su infrastrutture specifiche e investimenti tramite venture capital.

Destiniamo finalmente nuove risorse a Roma Capitale per il rifacimento e la manutenzione del manto stradale. In particolare destiniamo 40 milioni per il 2019 e 20 milioni per il 2020. In più abbiamo individuato 15 milioni nel triennio 2019/2021 per acquistare mezzi strumentali al ripristino del manto stradale. Nei casi emergenziali, i lavori possono essere eseguiti con il contributo del ministero della Difesa. Una scelta che oltretutto ci farà risparmiare risorse.

Metro di Roma

Con un altro emendamento del M5S destiniamo nuove risorse per il completamento della Metro C e per la manutenzione delle linee A e B. Si tratta, in particolare, di 55 milioni nel 2019, 65 milioni nel 2020 e 25 milioni nel 2021.

Metro M5 Milano-Monza

Prevediamo lo stanziamento di 900 milioni di euro (spalmati su 9 anni) per il prolungamento della linea metropolitana M5 da Milano al Comune di Monza. L’emendamento prevede almeno 15 milioni di euro per il 2019, 10 milioni per il 2020, 25 milioni per il 2021, 95 milioni per il 2022, 180 milioni per il 2023, 245 milioni per il 2024, 200 milioni per il 2025, 120 milioni per il 2026 e 10 milioni per il 2027.

Aeroporto Crotone

Destiniamo 9 milioni di euro nel triennio 2019-2021 all’aeroporto di Crotone, per assicurare la continuità territoriale in Calabria.

Venture capital

Riorganizziamo gli strumenti pubblici di sostegno al venture capital (in pratica investimenti finanziari in start up). L’intervento, in particolare, affida la partecipazione di controllo di Invitalia Ventures sgr, attualmente detenuta dalla società pubblica Invitalia, alla Cassa Depositi e Prestiti. Il passaggio serve a razionalizzare la gestione dei fondi oggi gestiti da Invitalia Ventures sgr come il Fondo crescita sostenibile (50 milioni di euro), il Fondo imprese Sud (150 milioni) e il Fondo reindustrializzazione (200 milioni).

Investimenti piccole opere dei Comuni

Attiviamo un fondo da 400 milioni di euro per cofinanziare piccole opere nei comuni. In particolare introduciamo un contributo di 40mila euro per i comuni fino a 2 mila abitanti, di 50mila euro per quelli fino a 5mila abitanti, di 70mila euro per i comuni fino a 10mila abitanti e di 100mila euro per quelli fino a 20mila abitanti. Con il contributo andiamo a coprire fino al 50% dell’importo delle opere.

Portiamo l’innovazione digitale e didattica nelle scuole

L’innovazione digitale deve entrare nelle nostre scuole e per questo abbiamo realizzato un piano 2019-2021 per promuovere l’innovazione didattica e digitale nelle scuole. Fino a 120 docenti saranno utilizzati per incentivare questi processi di innovazione, per promuovere sia la formazione del personale docente che per potenziare le competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative.

Proroga dell’iperammortamento digital transformation manager

 

Diamo maggiore continuità agli incentivi per l’innovazione tecnologica (Impresa 4.0) prorogando al 2019 l’iperammortamento (maggiorazione di costo) sugli investimenti. La percentuale di ammortamento sale al 170% grazie ad un emendamento della maggioranza. La proroga riguarda anche gli investimenti effettuati nel 2020 a patto che siano stati ordinati e pagati per almeno il 20% entro il 2019.

 

(Per il 2019 proroghiamo anche il super-ammortamento al 40% per l’acquisto di beni immateriali strumentali rientranti nella categoria di particolari software, elencati all’allegato B della legge 232/2016. Anche in questo caso la proroga riguarda pure gli investimenti effettuati nel 2020 a patto che siano stati ordinati e pagati per almeno il 20% entro il 2019).

 

Abbiamo previsto un voucher fino a 40.000 euro (pari al massimo al 50% delle spese sostenute) a favore delle PMI per avvalersi di digital transformation manager e impostare quindi la trasformazione dei processi produttivi attraverso il digitale.

 

Proroga ed estensione detrazioni per efficienza energetica, ristrutturazione edilizia, mobili e sistemazione a verde

 

Proroga ed estensione al 50% della detrazione 2019 per gli investimenti in ristrutturazione edilizia fino a 96 mila euro per ogni unità immobiliare (a legislazione vigente la detrazione si sarebbe fermata al 36% per investimenti fino a 48 mila euro). È anche prevista una nuova detrazione, al 50%, per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici finalizzati all’arredo di immobili ristrutturati (tetto a 10 mila euro).

 

Proroga ed estensione della detrazione al 50% o al 65% (Ecobonus) per riqualificazione energetica su singoli immobili (a legislazione vigente sarebbe stata del 36%).

 

Proroga della detrazione al 36% per la sistemazione verde di aree scoperte di edifici privati (tetto di 5 mila euro).

 

Proroga del canone RAI a 90 euro

 

Anche per gli anni successivi al 2018, con le stesse disposizioni precedenti sull’extra-gettito e le esenzioni per gli over 75.

 

 

2) GIÙ LE TASSE A IMPRESE E PROFESSIONISTI

 

Meno tasse per partite Iva e piccole imprese

 

Estendiamo le soglie minime del regime forfettario fino a 65 mila euro, garantendo a più di 1 milione di partite Iva e piccole imprese un’aliquota piatta al 15%. Inoltre eliminiamo altri due paletti del regime forfettario: quello di 5.000 euro di spesa sostenuta per il lavoro accessorio e quello di 20.000 euro del costo dei beni strumentali. I piccoli imprenditori vessati da tasse e burocrazia torneranno a respirare. Nel 2019 ci costa solo 331 milioni, nel 2020 1,8 miliardi, a regime intorno agli 1,4 miliardi.

 

Dal 2020 introduciamo anche l’aliquota piatta al 20% per piccole imprese e autonomi con redditi compresi tra i 65 mila e i 100 mila euro. Questa imposta sostituisce Irpef ed Irap, abbassando la pressione fiscale ed eliminando sia la ritenuta d’acconto che l’Iva (sull’Iva occorre ottenere una deroga comunitaria).

 

 

Taglio delle tariffe Inail pagate dalle aziende

 

Facciamo risparmiare le imprese tagliando il costo del lavoro attraverso una riduzione media del 32% dei premi e contributi Inail. Questa misura, introdotta con il maxiemendamento al Senato, toglie dalle spalle degli imprenditori una spesa pari a 410 milioni nel 2019, a 525 milioni nel 2020 e a 600 milioni nel 2021. Il tutto per una platea di ben 3,2 milioni di imprese.

 

Raddoppio deducibilità Imu sui capannoni

 

Con un emendamento della maggioranza approvato alla Camera abbiamo finalmente raddoppiato dal 20 al 40% la deducibilità dal reddito d’impresa dell’Imu pagata dalle imprese sui loro beni strumentali come i capannoni. Si tratta di una delle storiche richieste delle aziende, che grazie a noi ora viene esaudita.

 

Aliquota piatta al 15% per lezioni private e ripetizioni

 

Oggi solo il 10% del fatturato di questo particolare settore viene dichiarato, pari a 100 milioni annui. Noi andiamo a sostituire l’aliquota Irpef (in media al 30%) con un’aliquota fissa al 15%. Dimezziamo la pressione fiscale per far emergere una quota maggiore di fatturato.

 

Pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione

 

Il mancato pagamento da parte della Pa delle somme dovute alle imprese ha portato al fallimento di molte e in alcuni casi a gesti estremi da parte di imprenditori costretti a chiudere per colpa di uno Stato inadempiente. Questo non deve più accadere. Oggi lo Stato è dalla parte degli imprenditori e salda i propri debiti: finalmente, dopo il maxiemendamento approvato in Senato, andiamo a sbloccare il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione maturati fino al 31 dicembre del 2018, attraverso il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti, che potrà anticipare le risorse agli enti locali.

 

Saldo e stralcio cartelle

Con la manovra prevediamo il saldo e stralcio delle cartelle tra il 2000 e il 2017 per chi è in grave difficoltà economica. I debiti potranno essere estinti pagando il 16% con Isee non superiore a 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e 35% con Isee oltre i 12.500 euro e fino a un massimo di 20mila euro.

“Riporto delle perdite” anche per società di persone, persone fisiche ed enti non commerciali in contabilità semplificata

 

Le gravi difficoltà economiche dell’ultimo decennio hanno messo in ginocchio decine di migliaia di imprese, che spesso e volentieri sono andate in crisi di liquidità a causa delle perdite di esercizio accumulate di anno in anno. Noi estendiamo la disciplina sul riporto delle perdite, oggi limitata alle società di capitali ed ai soggetti Irpef in contabilità ordinaria, anche a chi ha scelto la contabilità semplificata. Se le perdite si riferiscono ai primi tre esercizi di impresa possono essere dedotte al 100% dai redditi degli anni successivi, in caso contrario la deduzione massima è del 40% nel 2018 e nel 2019, del 60% nel 2020 e dell’80% a regime, come per le società di capitali. Queste perdite saranno deducibili a tempo indeterminato, mentre oggi scadono dopo 5 anni (c’è quindi un miglioramento anche per i soggetti Irpef in contabilità ordinaria). Diamo ossigeno a chi è stato strozzato dalle folli politiche di austerità.

 

Giù l’Ires di 9 punti, dal 24 al 15%, per chi investe e assume nuovi lavoratori

 

È vero che l’Ires era già un’imposta ad aliquota piatta e che il governo Renzi l’ha ridotta, ma di appena tre punti (dal 27,5 al 24%). Noi la riduciamo di 9 punti per chi investe gli utili in beni strumentali e in nuove assunzioni stabili. Inoltre estendiamo questa aliquota al 15% anche ai soggetti Irpef che investono utili in beni strumentali. I contratti di lavoro che rientrano nell’agevolazione sono quelli a tempo indeterminato e determinato (per ridurre l’incidenza di questi ultimi è già intervenuto il decreto Dignità, che sta dando i primi risultati tangibili).

 

Estendiamo la cedolare secca al 21% anche agli immobili commerciali

 

Fino ad una superficie dell’immobile pari a 600 mq (esclusi quindi i centri commerciali). La cedolare secca è prevista solo per i nuovi contratti di locazione stipulati nel 2019. I contratti di locazione per uso commerciale, in media, hanno una durata di 6 anni. Stiamo dando ossigeno a migliaia di piccole imprese, sostituendo all’aliquota Irpef media del 35% un’aliquota piatta inferiore di 14 punti.

 

Super bonus per l’occupazione delle giovani eccellenze

Abbiamo introdotto per tutto il 2019 un super bonus sotto forma di sgravio contributivo fino a 8 mila euro annui per i datori di lavoro che assumeranno con contratti a tempo indeterminato giovani laureati magistrali (under 30) o dottori di ricerca (under 35) con particolari requisiti (con il maxi emendamento in Senato possono beneficiarne i laureati magistrali con 110 e lode, se vantano  una media ponderata per i crediti degli esami di 108/110). I giovani con grandi competenze sono una risorsa per tutto il Paese ed è nostro preciso dovere valorizzarli al massimo. Dobbiamo tenerli in Italia e non permettere che siano costretti a scappare all’estero perché in Italia non si sentono valorizzati e tutelati.

 

3) PIÙ DIRITTI PER FAMIGLIE, LAVORATORI, PENSIONATI E RISPARMIATORI

 

Reddito di cittadinanza

Nella Legge di Bilancio, dopo l’approvazione del maxi emendamento al Senato, vengono stanziati 7,1 miliardi di euro nel Fondo di nuova istituzione per il Reddito e la Pensione di Cittadinanza. 4,9 miliardi sono nuovi, mentre 2,2 provengono dal Reddito di Inclusione (Rei), che viene erogato fino a quando il Reddito di Cittadinanza non sarà attivo (marzo-aprile). Per gli anni successivi le risorse messe a disposizione ammontano a 8 miliardi (2020) e a 8,3 miliardi (2021). Per il 2019 dei 7,1 complessivi 1 miliardo viene dedicato al potenziamento dei Centri per l’Impiego. I dettagli ordinamentali del Reddito di cittadinanza (requisiti, metodo di erogazione, quozienti famigliari ecc.) verranno stabiliti in un decreto collegato alla Legge di Bilancio, probabilmente a gennaio.

Garantiamo a chi è senza reddito 780 euro al mese, che crescono in base al numero dei componenti della famiglia. È una misura per sostenere i consumi, incrociare domanda e offerta di lavoro e dare ossigeno alle famiglie in momentanea difficoltà. Permettiamo ai giovani disoccupati di rientrare nel mondo del lavoro e di costruirsi un futuro più stabile. Diamo un reddito solo a chi farà formazione continua e si metterà al servizio della propria comunità per 8 ore a settimana. Attraverso la rifondazione dei Centri per l’Impiego offriamo tre proposte di lavoro eque e non troppo lontane dal luogo di residenza. Chi le rifiuta, perde il reddito. Chi fa il furbo rischia la galera.

Il reddito di cittadinanza ha un immenso valore sociale. In Italia 10 anni fa c’erano 2,1 milioni di persone in povertà assoluta, oggi sono più che raddoppiate superando quota 5 milioni. Siamo di fronte a un allarme puntualmente trascurato dai precedenti Governi, che ora viene per la prima volta affrontato con l’introduzione del reddito di cittadinanza. Come ha più volte ripetuto il premier, Giuseppe Conte, “la stabilità finanziaria chiesta dall’Unione europea non può più essere separata dalla stabilità sociale”.

 

Centri per l’impiego

I centri per l’impiego finora sono stati un’umiliazione per chi cerca lavoro. Ci sono persone che sono iscritte da 20 anni e non hanno mai ricevuto un’offerta di lavoro. Li rifonderemo completamente mettendo 1 miliardo nel 2019 e altri fondi nel 2020, cifre mai investite prima d’ora che serviranno in primis ad assumere personale qualificato, individuato secondo i fabbisogni specifici dei cittadini che si rivolgono ai Cpi. In termini di personale, infatti, i 552 centri per l’impiego italiani, dove lavorano 8.000 addetti, sono lontani anni luce da quelli della Germania (dove se ne contano 100.000) e della Francia (54.000). Colpa anche degli scarsi investimenti in servizi per il lavoro: l’Italia, dicono dati Eurostat, ha finora messo sul piatto un misero 0,05% del Prodotto interno lordo (Pil) contro lo 0,36% della Germania e lo 0,25% della Francia.

Inoltre assegniamo 10 milioni di euro come contributo per il funzionamento di Anpal.

 

Pensione di cittadinanza

Tutte le pensioni minime, comprese quelle di invalidità, saranno aumentate fino a 780 euro nel caso dei single, a salire secondo un quoziente familiare. Il pensionato che prende 400 euro, ad esempio, avrà una integrazione di 380 euro. Nel calcolo distingueremo tra chi è proprietario di casa e chi no, per garantire un trattamento equo. I nostri nonni e le persone inabili al lavoro avranno la possibilità di arrivare a fine mese e vivere dignitosamente. È impensabile che in un Paese civile 700 mila pensionati ricevano pensioni che sono al di sotto della soglia di povertà.

Superamento Legge Fornero – Quota 100

Nella Legge di Bilancio, dopo il maxi emendamento approvato dal Senato, vengono stanziati 3,9 miliardi per il 2019, 8,3 miliardi per il 2020 e 8,6 miliardi per il 2021 nel Fondo di nuova istituzione per Quota 100. Come per il Rdc così anche per Quota 100 i dettagli ordinamentali verranno stabiliti in un decreto collegato alla Legge di Bilancio di prossima approvazione.

I giovani potranno lavorare ed i nonni potranno fare finalmente i nonni. Superiamo la legge Fornero introducendo la “quota 100”: si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. In questo modo aiutiamo chi deve andare in pensione e liberiamo posti di lavoro per i giovani. Per le donne prorogheremo “Opzione Donna” in un successivo decreto, misura che permette alle lavoratrici con 58 anni se dipendenti e 59 anni se autonome e 35 anni di contributi di andare in pensione.

Nessuno taglio dell’assegno con “Quota 100”. Non è affatto vero che chi opta per “quota 100” si vedrà tagliato l’assegno pensionistico. La polemica sul punto è stata alimentata dall’audizione dell’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) alle Commissioni bilancio riunite: secondo l’organismo chi sfrutta “Quota 100” avrà un assegno decurtato dal 5% (se anticipa di un anno) al 34% (se anticipa di 5 anni rispetto alla legge Fornero). Chiariamo subito che non si tratta di un taglio o di una penalizzazione da parte del Governo e a dirlo chiaramente è stato anche il presidente dell’Inps, Boeri. È il semplice e normale effetto del sistema contributivo con il quale ormai si va in pensione. Visto che il valore della pensione dipende dai contributi versati, l’anticipo giocoforza si traduce in un assegno minore. Ma se è vero che uscendo prima dal lavoro si incassa un assegno più basso, lo stesso assegno viene incassato per un tempo più lungo. Se si anticipa di cinque anni la pensione, è vero che si incassa di meno (anche fino al 34% al mese) ma nel complesso, sempre secondo l’Upb, la perdita cumulata negli anni sarebbe limitata al massimo all’8%, proprio perché quell’importo ridotto verrebbe corrisposto per più anni. Di più: secondo una recente indagine di Itinerari previdenziali, uno dei maggiori centri di ricerca in Italia su questi temi, non solo chi va in pensione con “Quota 100” non ci perde ma addirittura ci guadagna fino al 19%. Chi dice, quindi, che tagliamo le pensioni dice il falso. Stesso discorso per quanto riguarda i costi della misura: infatti le stime dell’Upb, secondo cui “Quota 100” rischia di costare fino a 13 miliardi di euro, non tengono conto di tutte le clausole esistenti (il preavviso di 9 mesi previsto per i dipendenti pubblici per citare un caso) che riducono la platea potenziale.

Pensionati dall’estero

Imposta sostitutiva per pensionati che decidono di trasferirsi nel Mezzogiorno. Introduciamo una imposta sostitutiva del 7% sui redditi di fonte estera dei pensionati che si trasferiscono nel Mezzogiorno.

Taglio pensioni d’oro

Con l’approvazione del maxi emendamento al Senato diamo un segnale di giustizia sociale, l’ennesimo dopo l’abolizione dei vitalizi già portata a casa nei mesi scorsi sia alla Camera che al Senato.

Chiariamoci subito: verrà colpito da questa misura solo chi incassa assegni che non sono giustificati dai contributi versati, perciò gli altri pensionati non hanno nulla da temere. Il taglio va dal 15 al 40% per le pensioni comprese tra 100mila e più di 500mila euro lordi all’anno. Per intenderci, chi incassa da 5mila euro al mese in su. Questo vale anche per gli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, vale a dire – per esempio – Corte Costituzionale e Cnel.

Il taglio delle pensioni d’oro porterà un risparmio totale di 415,6 milioni di euro tra il 2019 e il 2023 (circa 80 milioni nel 2019).  

Rimodulazione del blocco all’adeguamento al costo della vita sulle pensioni sopra 3 volte il minimo

Non solo il taglio delle pensioni d’oro. Dopo il maxi emendamento approvato al Senato infatti diamo una “frenata” alle indicizzazioni delle pensioni rispetto all’inflazione.

Questo significa che per i prossimi 3 anni gli assegni oltre i 1.522 euro al mese (3 volte il minimo) non verranno innalzati per intero secondo l’inflazione. La diminuzione ovviamente non sarà uguale per tutti, ma cambierà in base all’importo mensile e può arrivare fino al 60% per gli assegni superiori ai 4.566 euro al mese. Dobbiamo ribadire che non è vero che non ci sarà l’adeguamento, ma quest’ultimo sarà solo progressivamente frenato al salire dell’importo degli assegni. Per esempio l’adeguamento sarà quasi integrale, al 97%, per gli assegni tra 3 e 4 volte il minimo. Il che significa 5,41 euro lordi di meno al mese, che al netto fanno 3,4 euro. Insomma, un sacrificio più che sopportabile per consentire che maggiori risorse vengano messe a disposizione di chi una pensione se la sogna. Un sacrificio peraltro necessario altrimenti il blocco per le pensioni superiori sarebbe stato incostituzionale.

Il risparmio totale nel triennio derivante da questo mancato adeguamento è di 2,2 miliardi di euro.

Stop vitalizi regionali

Con un intervento contenuto nel maxi emendamento approvato al Senato tagliamo finalmente i vitalizi regionali, un salasso da 150 milioni di euro lordi all’anno. Come già avvenuto alla Camera e al Senato con quelli degli ex parlamentari, stavolta – sempre grazie al M5S – sono gli assegni di ex consiglieri, assessori e presidenti di Regione a essere ricalcolati con il metodo contributivo. Non ci sono scorciatoie: la norma in questione prevede una riduzione del 20% dei trasferimenti per quelle Regioni che non tagliano questi vitalizi, fatti salvi i finanziamenti del Servizio sanitario nazionale, delle politiche sociali e per le non autosufficienze e del trasporto pubblico locale.

Sistema duale

Incrementiamo di 50 milioni di euro, per l’anno 2019, la quota di finanziamento prevista per l’apprendistato finalizzato alla qualifica e al diploma professionale, al diploma di istruzione secondaria superiore e per l’alternanza scuola-lavoro. Investiamo nella formazione nell’ottica di un più virtuoso incontro tra domanda e offerta di lavoro. Le risorse vengono recuperate dal Fondo sociale per occupazione e formazione.

Rinnovo contratti pubblica amministrazione

Stanziamo 1,1 miliardi per il 2019, 1,43 per il 2020 e 1,78 dal 2021 per rinnovare i contratti dei dipendenti statali e per migliorare i trattamenti economici di quelli non contrattualizzati in regime di diritto pubblico. Le amministrazioni non statali devono adempiere allo stesso adeguamento contrattuale, stimato complessivamente in 940 milioni per il 2019, 1,2 miliardi per il 2020 e 1,4 miliardi dal 2021. Dopo quasi 10 anni di blocco contrattuale diamo continuità all’adeguamento delle retribuzioni nella pubblica amministrazione, perché un dipendente pubblico mal pagato non è stimolato a lavorare al massimo.

Finanziamento di un altro anno di Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) e Mobilità in Deroga

Finanziamo la proroga della CIGS attraverso la conferma anche per il 2019 dei fondi residui a disposizione delle Regioni. Ricordiamo che la Cassa Integrazione per cessazione è andata a morire progressivamente nel 2018 a causa del Jobs Act, e che è stato il Ministro Di Maio a reinserirla per il 2019 nel decreto Emergenze. Con il dl Fiscale è stata reinserita anche la Cassa Integrazione in caso di crisi o di ristrutturazione aziendale, estendendola anche alle imprese che hanno stipulato il contratto di solidarietà. A migliaia di lavoratori che sarebbero stati gettati in mezzo ad una strada a causa del Pd è stato dato un altro anno di tempo, e nel mentre il Governo cercherà soluzioni per re-industrializzare le aree in crisi, così da mantenere, dove possibile, i livelli occupazionali precedenti.

Lotta al caporalato

Contrastiamo l’odioso fenomeno del caporalato con un incremento di 3 milioni di euro a decorrere dall’anno 2019 del Fondo nazionale per le politiche migratorie. Questi soldi serviranno anche a far funzionare presso il Ministero del Lavoro un Tavolo apposito.

Piano straordinario di assunzioni

Il Governo del Cambiamento dà il via ad un grande piano di assunzioni. Lo stanziamento previsto per il nuovo piano di assunzioni nella Pubblica Amministrazione sarà di 131 milioni di euro per l’anno 2019, 320 milioni per l’anno 2020 e 420 milioni a decorrere dall’anno 2021.

Le assunzioni che verranno effettuate saranno a tempo indeterminato e permetteranno di attuare anche un ricambio generazionale che da molti anni viene professato per la Pubblica Amministrazione dove l’età media è molto elevata.

Assumeremo 3.000 unità di personale amministrativo non dirigenziale per il Ministero della Giustizia, più di 300 per il Ministero degli Interni, più di 300 per il Ministero dell’Ambiente.

Arriveranno assunzioni anche nella magistratura, nell’Avvocatura generale dello Stato, assunzioni di Consiglieri di Stato e Referendari dei Tribunali Amministrativi regionali, nell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali.

1.000 nuovi professionisti saranno a disposizione del Ministero per i beni e le attività culturali che potrà procedere anche all’esaurimento delle graduatorie di concorso.

Parte l’assunzione straordinaria di personale delle Forze di polizia, da attuarsi mediante un piano pluriennale, dal 2019 al 2023, allo scopo di potenziare i servizi di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, con particolare riferimento alle esigenze di contrasto al terrorismo internazionale. Saranno assunti più di 6000 uomini e donne in Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria oltre a 1.500 unità nei ruoli iniziali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Quelli di prima si limitavano a ringraziare il lavoro di donne e uomini che rischiano ogni giorno la vita per mettere in sicurezza il territorio, noi gli diamo una mano concreta.

Assumiamo fino a 1.000 Ricercatori universitari

Quanti nostri giovani ricercatori abbiamo visto volare all’estero, quanti cervelli italiani che sono andati via per trovare un’opportunità, qualcuno che credesse in loro. Con il piano straordinario di reclutamento di ricercatori universitari cominciamo a dire basta ai cervelli in fuga integrando lo stanziamento del fondo per il finanziamento ordinario delle Università statali con apposite risorse finalizzate al reclutamento fino a 1.000 ricercatori.

Ispettorato nazionale del lavoro (Inl)

Dichiariamo ancora una volta guerra al lavoro nero e al caporalato. Il ruolo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e dei carabinieri del Nucleo tutela del lavoro sarà fondamentale in questa battaglia. Assumeremo subito 300 persone a cui si aggiungeranno 300 nel 2020 e 400 negli anni successivi.

Inail

Amplieremo ulteriormente le aree di intervento dell’Inail e consentiremo l’assunzione tempestiva ed efficace di iniziative di investimento, con particolare riferimento ai settori dell’edilizia sanitaria, scolastica, di elevata utilità sociale e per la realizzazione di federal building, in coerenza con il modello assicurativo di finanziamento adottato. Con 60 nuove unità istituiremo un proprio nucleo di valutazione e verifica degli investimenti mobiliari e immobiliari.

Politiche giovanili

Incrementeremo di 30 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2019 il Fondo per le Politiche giovanili.

Risparmiatori

I risparmiatori truffati dalle banche e traditi dalla politica finalmente otterranno giustizia. Manteniamo una promessa fatta prima del 4 marzo alle tante persone che ci hanno chiesto aiuto perché lasciate sole. Il nostro Governo si schiera dalla parte dei deboli, non corre in soccorso delle banche che speculano sulle spalle dei risparmiatori e che poi vengono salvate sempre a spese dei cittadini. Con la Manovra del Popolo restituiamo agli italiani ciò che la vecchia politica ha sottratto loro due volte.

I risparmiatori potranno chiedere l’indennizzo direttamente al Ministero dell’economia, senza passare per l’arbitro Consob e subire altri passaggi burocratici. Il rimborso, quindi, diventa automatico.

Il Fondo da 1,5 miliardi stanziato in Manovra è di 15 volte superiore a quanto messo in campo dal precedente Governo. Inoltre ampliamo la platea di coloro che hanno il diritto di essere rimborsati: gli obbligazionisti saranno rimborsati per intero (al 95%) e per la prima volta prevediamo un indennizzo anche per gli azionisti del 30% dell’investimento (nel limite di 100 mila euro) sarà poi aumentato a consuntivo.

Per finire i risparmiatori, per la differenza non risarcita, potranno fare comunque causa alle banche, a Consob e a Bankitalia (nessuno scudo, quindi, come promesso).

Sostegno alla famiglia e allo sviluppo delle aree rurali

Per coniugare il sostegno alla famiglia con lo sviluppo delle attività produttive delle aree rurali, abbiamo previsto di concedere gratuitamente un appezzamento di terra ai nuclei familiari che vedranno la nascita del terzo figlio nel periodo 2019-2021, per un periodo non inferiore ai venti anni. La stessa concessione la estendiamo ai giovani imprenditori agricoli che destineranno una quota societaria del 30% al nucleo familiare. In aggiunta a ciò, diamo la possibilità di accedere a un mutuo di 200 mila euro a tasso zero per l’acquisto della prima casa in prossimità dei terreni.

 

4) GARANTIRE UNA SANITÀ PUBBLICA ALL’ALTEZZA

 

Riduciamo i tempi d’attesa delle prestazioni sanitarie

Siamo intervenuti per ridurre drasticamente le liste d’attesa, un problema al quale bisognava porre rimedio. Abbiamo quindi stanziato 350 milioni nel triennio (dopo un emendamento della Camera) in favore delle regioni per implementare e ammodernare le infrastrutture tecnologiche di prenotazione elettronica per l’accesso alle strutture sanitarie.

Più risorse per il Fabbisogno sanitario nazionale standard 2020-2021

Incrementiamo il fondo sanitario nazionale per 4 miliardi e mezzo nel prossimo triennio. Inoltre, per contrastare la mancanza di medici, incrementiamo di 10 milioni le risorse per le borse di studio.

Risorse per i contratti di formazione specialistica per medici

Per superare la carenza di medici abbiamo stanziato 328 milioni nei prossimi 4 anni per incrementare il numero dei contratti di formazione specialistica. Più contratti di formazione significano più medici e più medici significano un miglior servizio sanitario per i cittadini.

Programmi di edilizia sanitaria

Incrementiamo di 4 miliardi (2 nel testo originario più altri 2 inseriti con un emendamento alla Camera) le risorse pluriennali per gli interventi di edilizia sanitaria e di ammodernamento tecnologico.

Caregiver

L’impegno per i caregiver familiari, cioè le persone che assistono un loro parente disabile o malato, continua anche nella legge di Bilancio. Grazie all’approvazione di un emendamento firmato dai senatori della Commissione Lavoro stanziamo 15 milioni di euro in più nel Fondo per il sostegno di cura e di assistenza del caregiver familiare. Un importante passo avanti in attesa di approvare la legge che dà loro più diritti: ad oggi, l’Italia è infatti uno dei pochi Paesi in Europa dove per i caregiver non ci sono abbastanza tutele, soprattutto da un punto di vista previdenziale

Payback

Semplifichiamo il payback per i dispositivi medici. Rendiamo più semplice contenere la spesa sanitaria per i dispositivi medici. Introduciamo un metodo più semplice, utilizzando la fatturazione elettronica, che permetterà di semplificare e, dunque superare, le attuali criticità nell’individuazione dell’eventuale sforamento del tetto di spesa per l’acquisto di dispositivi medici e del conseguente ripiano a carico delle singole aziende.

 

5) AMBIENTE

Auto non inquinanti

Introduciamo un sistema di incentivi all’acquisto di automobili non inquinanti. Una misura indispensabile, se si considera il livello di emissioni inquinanti raggiunto in Italia. In particolare prevediamo un incentivo fino a 6 mila euro per l’acquisto di auto elettriche a fronte della rottamazione di un’auto fino ad euro 4 e per l’acquisto di vetture che non costino più di 45mila euro Iva compresa. L’incentivo massimo si potrà ottenere per l’acquisto di un’auto con emissioni da zero a 20 grammi di CO2 per chilometro, a fronte della rottamazione di un’auto fino ad euro 4. Il contributo scende a 2.500 euro se l’auto acquistata emette tra 21 e 70 grammi di CO2 per chilometro. Nel caso di acquisto senza rottamazione l’incentivo scende rispettivamente a 4.000 e a 1.500 euro. Il cosiddetto “malus”, ovvero la ecotassa vera e propria, sarà di 1.100 euro per le macchine che producono da 161 a 175 grammi di CO2 per chilometro, di 1.600 euro dai 176 ai 200 grammi di CO2 per km, 2 mila euro da 201 a 250 grammi di CO2, e 2.500 euro per soglie superiori a 250 grammi di CO2.

Bonus motorini non inquinanti

Andiamo ad agevolare anche l’acquisto di motorini elettrici o ibridi con un bonus fino a 3 mila euro. La misura è destinata a chi rottama un veicolo di proprietà da almeno 12 mesi e prevede un contributo pari al 30% del prezzo di acquisto fino a un massimo di 3 mila euro nel caso in cui il veicolo consegnato per la rottamazione sia di categoria euro 0, 1 o 2.

Riqualificazione energetica immobili della Pa

Finanziamo piani di riqualificazione energetica degli immobili della Pubblica amministrazione stanziando 25 milioni per il 2019 e 40 milioni per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022. Il tutto per un finanziamento di 145 milioni.

6) ENTI LOCALI 

Comuni in dissesto

Consentiamo agli enti locali che hanno dichiarato il dissesto finanziario nel secondo semestre del 2016 di chiedere motivatamente al Ministero dell’Interno l’anticipazione delle somme da destinare ai pagamenti in sofferenza. L’anticipo può essere al massimo di 20 milioni, e 300 euro per ogni abitante, e deve essere restituito nei tre esercizi successivi entro il 30 settembre di ogni anno.

Appalti (norma voluta dalla Lega)

La soglia di affidamento diretto degli appalti per i Comuni passa da 40 mila a 150 mila euro. La procedura negoziata con l’innalzamento della soglia sarà valida in via sperimentale per un anno, in attesa della revisione complessiva del codice degli appalti.

Compensazione Imu per Torino

Destiniamo 7 milioni l’anno dal 2019 al 2023 (in tutto 35 milioni) al Comune di Torino per compensarlo del minor gettito derivante dalla sostituzione dell’Ici con l’Imu, introdotta dall’allora Governo Monti con il decreto Salva-Italia. All’epoca l’Esecutivo sottostimò il gettito della nuova Imu, innescando un contenzioso amministrativo tra il capoluogo piemontese e la Presidenza del consiglio. L’emendamento in questione serve quindi anche a disinnescare il contezioso stesso

 

7) CULTURA

Istituti culturali

Incrementiamo di 3,75 milioni a decorrere dal 2019 il sostegno agli istituti culturali.

Patrimonio culturale Mettiamo in campo 600 mila euro, per ciascuno degli anni 2019-2020, per finanziare progetti di messa in sicurezza del patrimonio culturale nelle aree colpite dal sisma del 2016 (Abruzzo, Marche, Umbria e province di Frosinone, Latina e Rieti).

Personale MIBAC

Il Ministero per i beni e le attività culturali nel corso degli anni si è andato svuotando del suo personale, che ormai ha un’età media tra le più alte della pubblica amministrazione. Per permetterne la sopravvivenza, e quindi quella del nostro patrimonio culturale, è urgente intervenire. Per questo nella legge di Bilancio ci sono le prime significative azioni in questa direzione:

– sono confermate, in deroga ai limiti assunzionali previsti dalla normativa vigente, le procedure concorsuali per l’assunzione di 1.000 unità di personale non dirigenziale nel biennio 2010-2021;

– si consente inoltre lo scorrimento delle graduatorie relative al concorso bandito con la legge 28 dicembre 2015, n. 208 nel limite massimo di spesa di 3,75 milioni di euro

– vengono prorogati al 31 dicembre 2019, nel limite di spesa di un milione, i contratti a tempo determinato stipulati dagli istituti e dai luoghi di cultura con la legge 106 del 2014

Prevenzione incendi istituti e luoghi della cultura

I commi in oggetto dispongono che, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il MIBAC effettui una ricognizione finalizzata al controllo di prevenzione incendi. La norma riguarda istituti e luoghi della cultura, sedi del MIBAC, nonché le sedi degli altri Ministeri sottoposte alle disposizioni di tutela di cui al Codice dei beni culturali e del paesaggio (c.d. vincolo). Lo stesso MIBAC e gli altri Ministeri che hanno in uso i suddetti immobili provvedono, poi, alla messa a norma delle eventuali criticità rilevate entro 31 dicembre 2022

Misure di sostegno nel settore dei beni e delle attività culturali

Anche per i nati del 2000 è possibile usufruire della 18APP ovvero la Card Cultura rifinanziata con un limite massimo di spesa di 230 mln di euro. I restanti 40 mln previsti dal disegno di legge di bilancio originario per la stessa Card cultura sono stati destinati a ulteriori iniziative nel settore dei beni e delle attività culturali.

In particolare, per il 2019:

–   il Fondo unico per lo spettacolo (FUS) è incrementato di € 8 mln;

–   per il sostegno di festival, cori e bande, è autorizzata la spesa di € 1 mln;

–   per le fondazioni lirico-sinfoniche è autorizzata la spesa di € 12,5 mln;

–   per iniziative culturali in zone terremotate è autorizzata la spesa complessiva di € 2 mln;

–  per la realizzazione di iniziative culturali a Matera, Capitale europea della cultura 2019, è autorizzata la spesa di € 2 mln;

–  il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo è incrementato di € 4 mln;

– per la riqualificazione delle periferie urbane, anche attraverso progetti di arte contemporanea, è autorizzata la spesa di € 2 mln;

–  per la promozione delle arti applicate (moda, design e grafica) è autorizzata la spesa di € 3,5 mln;

–  per la digitalizzazione del patrimonio culturale è autorizzata la spesa di € 4 mln.

Titoli di accesso ad attività di spettacolo, Stop bagarinaggio

Viene modificata la disciplina volta a contrastare la vendita di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da soggetti diversi dai titolari dei sistemi di emissione dei biglietti (c.d. secondary ticketing), introdotta dalla legge di bilancio 2017. In particolare viene sanzionata la vendita effettuata da una persona fisica in modo occasionale, anche senza finalità commerciali, e si dispone che, dal 31 marzo 2019, i titoli di accesso ad attività di spettacolo in impianti con capienza superiore a 5.000 spettatori siano nominali. La nuova disciplina non si applica agli spettacoli di attività lirica, sinfonica, cameristica, nonché di balletto, prosa, jazz, danza e circo contemporaneo, né alle manifestazioni sportive, per le quali resta ferma la specifica disciplina di settore.

 

8) SCUOLA

Più risorse per la Scuola pubblica

– incremento di 50 milioni per il 2019 per i percorsi formativi rivolti all’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore e dei percorsi formativi rivolti alla alternanza scuola-lavoro, al fine di sostenere la messa a regime del c.d. sistema duale

– incremento di spesa di 25 milioni annui per il triennio, per l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali

– incremento di 500 mila euro, a decorrere dal 2019, del fondo per le Istituzioni dell’alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM) per supportare la frequenza di studenti disabili, con invalidità superiore al 66%, o con certificazione di disturbo specifico di apprendimento (DSA)

– incremento di spesa di 10 mln annui dal 2020 per l’acquisto di materiali di pulizia

Assunzioni del personale

– incremento del tempo pieno nella scuola primaria grazie all’assunzione di 2.000 docenti (Incremento delle dotazioni organiche dei licei musicali)

– a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020, incremento di 400 unità di personale docente dei licei musicali

– trasformazione da tempo parziale a tempo pieno del rapporto di lavoro degli assistenti amministrativi e tecnici (personale ATA) assunti nell’anno scolastico 2018/2019 con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa presso le istituzioni scolastiche.

– stabilizzazione nel profilo di collaboratore scolastico dei lavoratori precari nelle scuole addetti ai servizi di pulizia e già impegnati nell’erogazione dei medesimi servizi a decorrere dal 1999, previo superamento di una procedura selettiva

Équipe formative territoriali per il potenziamento di misure per l’innovazione didattica e digitale nelle scuole. L’articolo 52 prevede la possibilità da parte Miur, limitatamente agli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021, di individuare un numero massimo di 120 insegnanti che verranno esonerati dalle attività didattiche per costituire le équipe territoriali formative volte a garantire la diffusione di azioni legate al Piano per la scuola digitale.

 

9) RILANCIARE IL SUD ITALIA

“Quota 34” per il Sud

Abbiamo realizzato un attento programma di monitoraggio per “Quota 34”. In questo modo garantiremo che non meno del 34% degli investimenti pubblici siano effettivamente realizzati nel Sud Italia, proporzionalmente alla popolazione residente. Si tratta di una misura importante per accorciare il gap tra Nord e Sud del Paese. I territori del Sud, infatti, sono quelli che più di altri hanno patito le conseguenze della crisi economica. Solo con investimenti e infrastrutture adeguate possiamo permettere al Sud Italia di ripartire e tornare a crescere.

 “Resto al Sud”

Abbiamo ampliato la platea dei beneficiari della misura “Resto al Sud”, che incentiva l’imprenditorialità giovanile con finanziamenti a fondo perduto, estendendola agli under 46 e coinvolgendo i liberi professionisti. L’Italia è l’unico Paese europeo dove il tasso di disoccupazione dei laureati è più alto di quello dei diplomati, e ciò è particolarmente accentuato al Sud. Con questa misura cerchiamo di rispondere adeguatamente a questo problema offrendo grandi agevolazioni alle nuove iniziative imprenditoriali.

Proroga incentivo dell’occupazione nel Mezzogiorno

Esteso anche agli over 35, purché privi di occupazione regolare da almeno 6 mesi. Per gli under 35 la decontribuzione sale al 100%. È una misura che non impatta sui conti pubblici, dato che i 500 milioni annui necessari per il biennio 2019-2020 sono già presenti all’interno dei Programmi Operativi Nazionali (PON), Regionali (POR) e sui programmai operativi complementari. Lo Stato continuerà naturalmente a pagare i contributi al posto delle aziende per i lavoratori incentivati, così da non pregiudicare il loro diritto ad una futura pensione dignitosa.

 

10) EDITORIA E INFORMAZIONE

Stop incroci giornali-tv

Con una serie di misure approvate con il maxiemendamento al Senato interveniamo su editoria e informazione. Poniamo fine agli incroci tra giornali e tv, eliminando il meccanismo di proroga che fin qui ha consentito la sopravvivenza di questi intrecci. Limitare la concentrazione dei prodotti editoriali a tutti i livelli è essenziale per il pluralismo. Con la modifica diamo applicazione definitiva a un divieto rimandato per troppo tempo.

Stop fondi all’editoria

Poniamo fine al finanziamento pubblico dell’editoria a partire dal 2022. Dal 2019 al 2021 è previsto un meccanismo di diminuzione progressiva dei finanziamenti*.

Questo non significa voltare le spalle al settore, anzi. Con lo stesso emendamento, infatti, affidiamo alla Presidenza del consiglio l’individuazione di piani di sviluppo, finanziati con risorse pubbliche e private, per valorizzare e diffondere il pluralismo dell’informazione, l’innovazione tecnologica e digitale. Cosa ha detto in proposito il vicepremier Luigi Di Maio nel corso di un’audizione del 14 dicembre 2018 in Commissione di vigilanza Rai: “Siccome non vogliamo determinare la morte delle testate noi abbiamo fatto un piano di decrescita del finanziamento che riguarda il triennio, una riduzione graduale del fondo per l’editoria in tre anni. Il nostro obiettivo è disintossicare le testate dai soldi pubblici, quindi dalla politica, dando loro il tempo di accelerare l’azione rivolta alla raccolta pubblicitaria”.

*Nello specifico: nel 2019 l’importo per ciascuna impresa editoriale viene ridotto del 20% della differenza tra l’importo spettante e 500 mila euro, nel 2020 del 50% della differenza tra l’importo spettante e 500 mila euro e nel 2021 del 75% della differenza tra l’importo spettante e 500 mila euro.

Aiuti alle edicole

Con un altro emendamento aiutiamo gli edicolanti riconoscendo loro un credo d’imposta, nel limite massimo di 2.000 euro, legato al pagamento di Imu, Tasi, Cosap e Tari. Per finanziarie il credito d’imposta stanziamo 13 milioni nel 2019 e 17 milioni nel 2020.

Investimenti Rai  

Destiniamo 80 milioni di euro alla Rai, nel biennio 2019-2020, per realizzare infrastrutture digitali. Sarà un decreto del Ministero dell’economia e dello Sviluppo economico a stabilire le modalità di realizzazione. Cosa ha detto in proposito il vicepremier Luigi Di Maio il 14 dicembre durante un’audizione in Commissione vigilanza Rai: “Sulla qualità del segnale Rai e sui problemi di ricezione, noi miriamo, con l’investimento della Rai nel nuovo multiplex, a risolvere questo problema e a fornire un’ampia ricezione ai nostri utenti. Ed è per questo che noi nella legge di Bilancio erogheremo 80 milioni di euro in quote investimento alla Rai per poter affrontare questa spesa“.

 

11) RIFORMA DELLO SPORT

Viene riscritta, dopo il maxiemendamento approvato in Senato, la riforma dello sport (a forte trazione leghista, soprattutto del sottosegretario Giorgetti). In particolare viene rivista la fisionomia della Sport e Saluta Spa, la nuova società pubblica, controllata dal Ministero dell’economia, che andrà a sostituire la ex Coni Servizi e avrà il compito di gestire la maggior parte delle risorse per lo sport. L’emendamento, in particolare, conferma che 40 milioni di euro saranno assegnati al Coni per il proprio funzionamento, mentre 368 milioni andranno alla Sport e Salute per il finanziamento delle varie federazioni. Nel testo iniziale della Manovra i soldi assegnati alla Sport e Salute erano 370: i due milioni mancanti, dopo l’emendamento, vengono utilizzati per finanziare l’avvio del nuovo gioco che prenderà il posto di Totocalcio e Totogol (il cui avvio è previsto dallo stesso emendamento dei relatori). La correzione incide anche sulla governance della Sport e Salute. Nel testo originario della Manovra era previsto che il presidente e gli altri membri del Cda (non specificati numericamente) fossero nominati dal ministero dell’economia su designazione dell’autorità competente sullo sport (quindi Giorgetti). Con l’emendamento si precisa che il Cda sarà composto da 3 membri: il presidente, con funzioni di amministratore delegato, nominato dall’Autorità competente in tema di sport (quindi sempre Giorgetti), un componente dal ministero della Salute (Giulia Grillo-M5S) e un componente dal ministero dell’istruzione (Marco Bussetti-Lega).

Addio al Totocalcio e al Totogol

Con lo stesso emendamento dei relatori viene introdotto un nuovo gioco al posto di Totocalcio e Totogol. Il nuovo prodotto sarà gestito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e sarà promosso dalla nuova “Sport e Salute” Spa, la società pubblica che va a sostituire la Coni servizi Spa.  L’intervento normativo, almeno secondo le intenzioni espresse nella relazione tecnica, intende “supportare, nell’ambito dei giochi, quelle tipologie che presentano l’assenza di rischi legati al fenomeno del disturbo da gioco d’azzurro”. E il Totocalcio, prosegue la relazione, “presenta le caratteristiche tipiche dei giochi non affetti da tali tipologie”. La raccolta sarà gestita dalla nuova società pubblica “Sport e Salute” Spa, introdotta in Manovra (su iniziativa del sottosegretario leghista) in sostituzione della Coni Servizi Spa, “ferma restando la competenza esclusiva dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’organizzazione del gioco e la gestione delle relative concessioni”. Alla “Sport e Salute” Spa andrà una percentuale tra l’11 e il 13% della raccolta, “da destinare a tutte le attività inerenti alla promozione del gioco, a forme di integrazione dello stesso con attività sociali, sportive, culturali e simili, nonché a proposte di sviluppo per la sua diffusione”.

 

12) LEGALITÀ ONLINE

Contrasto alla pirateria web

Con un emendamento dei relatori mettiamo in campo una forte azione di contrasto contro la pirateria web, in particolare quella che permette di guardare illegalmente eventi sportivi live. Con l’intervento facciamo sì che i licenziatari, ovvero coloro che hanno stipulato contratti di licenza con gli organizzatori degli eventi, possano agire in giudizio per ottenere da parte del giudice la cessazione delle violazioni, che può essere disposta anche tramite apposita inibitoria da estendere a tutto il campionato o evento sportivo. Elementi da collegare: secondo i dati della ricerca Ipsos/Fapav, presentata a novembre 2018, sono 4,6 milioni gli italiani sopra i 15 anni che fruiscono illegalmente di eventi sportivi live, con una stima di circa 21 milioni di atti di pirateria compiuti nell’anno passato. Il calcio è lo sport più colpito: 3 pirati su 4 guardano le partite di calcio, segue la Formula 1, il MotoGp e il tennis.

 

13) PROROGHE

Proroghe varie

Con un emendamento del Governo si vanno a prorogare diverse scadenze. Viene previsto, tra le altre cose, lo slittamento dal 31 marzo al 31 luglio 2019 dell’avvio della riforma sulle intercettazioni, peraltro già posticipata rispetto alla data inizialmente prevista, nella scorsa estate. Anche le concessioni demaniali balneari, interessate dalla direttiva Bolkestein , ottengono una proroga di 15 anni. Alla fattispecie si aggiungono anche le concessioni “per finalità residenziali e abitative”.

 

LE COPERTURE PRINCIPALI

 

Più tasse sul gioco d’azzardo

 

Aumentiamo ancora il PREU (Prelievo Erariale Unico) sulle somme giocate tramite apparecchi da divertimento e intrattenimento (slot machine e videolottery). Maggior gettito stimato di 700 milioni. La lotta all’azzardo, iniziata con il decreto dignità che ha vietato la pubblicità e le sponsorizzazioni, è un nostro punto qualificante.

 

Niente deduzioni delle perdite sui crediti bancari

 

Visto che dobbiamo aumentare le entrate per finanziare misure sociali e investimenti chiediamo i soldi a chi è stato privilegiato in questi anni di crisi. A partire dalle banche: per il periodo d’imposta 2018 non potranno dedurre il 10% delle perdite e svalutazioni subite sui crediti in essere tramite le DTA (Deferred Tax Asset). La deducibilità 2018 viene differita al periodo di imposta 2026 e comporta quasi 1 miliardo di euro di maggior gettito nel 2019.

 

Differimento delle deduzioni su perdite bancarie dovute alla nuova normativa contabile IFRS9

 

Le perdite sugli asset delle banche causate da una normativa internazionale più ristrettiva sul loro patrimonio ha portato il governo Gentiloni ad introdurre delle deduzioni (DTA). Noi le spalmiamo su 10 anni, ottenendo un maggior gettito 2019 pari a 1,17 miliardi di euro.

 

Aumento dell’acconto sui premi assicurativi

 

Dal 59 all’85% nel 2019, dal 74 all’85% per il 2020 e al 100% a regime. Otterremo così un maggior gettito di 832 milioni il prossimo anno.

 

Rimodulazione aliquote su tabacco lavorato

Aumentando le aliquote su sigarette, tabacco trinciato e sigari otteniamo 132 milioni di euro di maggior gettito.

Abrogazione Iri

 

Eliminiamo il regime opzionale di imposta sul reddito d’impresa (imprese individuali, società di persone commerciali e S.r.l.), sostituendolo con il regime Irpef (per cui ci sarà comunque la riduzione dell’aliquota di 9 punti per chi reinveste gli utili di impresa, così come per le imprese in regime Ires). Il maggior gettito netto sarà di 1,2 miliardi.

 

Abrogazione ACE (Aiuto Crescita Economica)

 

Avendo ridotto di 9 punti percentuali l’aliquota Ires sugli utili reinvestiti in beni strumentali eliminiamo l’ACE, pur consentendo l’utilizzo delle eccedenze ACE pregresse per rispettare i diritti acquisiti. Il maggior gettito previsto è di 1,4 miliardi dal 2019.

Maggiori entrate rispetto al previsto dalla messa a gara delle frequenze 5G (Banda Larga)

Pari a +200 milioni di euro dal 2019 al 2037.

Maggior gettito dalla “Web Tax”

Previsto in Manovra il prelievo sui colossi del web, ossia la “Web Tax”, annunciata da anni ma finora mai approvata. Con questa misura l’Italia incasserà 1 miliardo e 350 milioni di euro in 3 anni (150 milioni di euro nel 2019, 600 nel 2020 e altri 600 nel 2021). Il meccanismo prevede un prelievo del 3% sul ricavato della pubblicità on line, sulla fornitura di beni e servizi venduti su piattaforme digitali e sulla trasmissione dati. Nessuna sorpresa per le piccole imprese: la “Web Tax” riguarderà solo quelle con ricavi superiori a 750 milioni e ricavi derivanti da servizi digitali superiori a 5,5 milioni.

Raddoppio Ires enti non commerciali

Pari a 118 milioni nel 2019 e 158 milioni nel 2020.

Risparmi dallo stop all’indicizzazione pensioni oltre 3 volte il minimo

253 milioni nel 2019, 745 milioni nel 2020, 1,2 miliardi nel 2021.

Maggior gettito contributo solidarietà pensioni d’oro

76 milioni nel 2019, 79 nel 2020 e 83 nel 2021.

Dismissioni immobiliari

950 milioni nel 2019, 150 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021

 

 

 

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