Home Attualità La leggenda del bandito “Cilardu” – di Cosimo Pasimeni

La leggenda del bandito “Cilardu” – di Cosimo Pasimeni

da Cosimo Saracino
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Cosimo Pasimeni, appassionato di storia locale, ha inviato il seguente post sul gruppo facebook “Raccontare Mesagne”. Per divulgarlo e condividerlo con i nostri lettori, lo pubblichiamo qui sotto: “Partecipo anche io alle leggende da sempre legate alla chiesa della Misericordia. La maggiore è quella della famosa “acchiatura” che si troverebbe al di sotto dell’edificio e che è stato più volte oggetto di scavo nella vana speranza di trovarla. Scavi che hanno lasciato il segno nella chiesa e che erano visibili prima dei lavori di restauro curati da un comitato guidato da don Francesco Campana.

Poi c’è la leggenda del fantasma, ma questa non riguarda direttamente la chiesa. A poca distanza dalla chiesa sotto alla strada per San Donaci passa un canale di acque piovane il cui ponticello una volta era protetto da due muretti ai lati; quel ponte da sempre è chiamato Ponte della Misericordia.
Si raccontava che di notte un brigante, bandito o forse solo mariuolo, di Cellino, un tale “Cilardu” (Gerardo), scorrazzava nel territorio di Mesagne incutendo paura tra gli abitanti tanto che questi ormai stanchi delle sue scorribande decisero di farla finita per sempre; una notte gli fu tesa un’imboscata e ucciso a fucilate proprio vicino a quel ponte sotto al quale gli autori si erano nascosti.
La leggenda raccontava che da allora ogni notte in quella zona aleggiava il suo fantasma o, meglio ancora, “assìa l’anama ti Cilardu”.
Questa che segue è una storia vera legata alle due leggende che io da bambino ascoltai mentre uno dei due protagonisti la raccontava. Negli anni trenta due amici, ex reduci della Prima Guerra Mondiale avevano deciso di scavare nella chiesa alla ricerca della famosa acchiatura. Uno dei due possedeva un piccolo fondo con una casetta in contrada Rinella dove “fu allestita la base operativa”. Data la loro dura esperienza al fronte (chi la raccontava aveva partecipato anche ad una carica alla baionetta) si sentivano in grado di sfidare ogni avversità, figuriamoci le varie leggende.
Il giorno fissato per l’operazione si recarono alla “base” appena fatto buio.
Oltre agli attrezzi avevano portato da casa anche qualche fiasco di vino, focacce e altri viveri che consumarono per ingannare il tempo prima di avventurarsi verso la chiesa. Arrivata l’ora stabilita, al buio e nel silenzio della notte, si misero in cammino a piedi, ma appena giunti nelle vicinanze di quel ponte avvertirono strani rumori nell’aria e movimento tra gli alberi e, forse anche a causa di qualche bicchiere di vino di troppo, attribuendoli all’anama ti Cilardu furono presi da un tale spavento che abbandonati gli attrezzi per terra se ne tornarono di corsa alla casetta dove si chiusero dentro e vi restarono fino al sorgere del sole. Non ci riprovarono mai più.
La storia del bandito Cilardu, della sua uccisione e del suo fantasma era raccontata con una poesia che io da bambino (circa 8 anni) mentre mia nonna la recitava la trascrissi su un quaderno di cui poi persi le tracce. 
C’è qualcuno che conosce la leggenda del bandito “Cilardu”? Sarebbe interessante se si recuperasse quella poesia”. Cosimo Pasimeni

La foto allegata è degli anni 70. 
Per una maggiore conoscenza della chiesa della Misericordia e della sua storia consiglio il libro LA MADONNA DELLA MISERICORDIA – MESAGNE scritto da Don Francesco Campana – anno 2002.

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