Home Dal Territorio Nuovo impianto di carburanti nella zona industriale? Ecco cosa pensano gli imprenditori mesagnesi

Nuovo impianto di carburanti nella zona industriale? Ecco cosa pensano gli imprenditori mesagnesi

da Cosimo Saracino
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gianluca biancoIl Consiglio Comunale ha approvato nell’ultima seduta dell’11 settembre una delibera con le determinazioni da affidare all’Amministrazione comunale sulla ‘Proposta insediamento commerciale in area PIP avanzata dalla G.B.F. s.r.l.” Un investimento di diversi milioni di euro che nei prossimi anni vedrà la nascita nella zona artigianale di Mesagne di un distributore di carburanti, affidato alla grande distribuzione organizzata, una multisala e l’aumento degli spazi del Centro Commerciale. Vogliamo soffermarci sulla questione dell’impianto di carburanti. Abbiamo chiesto a Gianluca Bianco, della Bianco Petroli di Mesagne, di informarci sulla loro posizione in merito. Essendo un esperto del settore gli abbiamo posto delle domande anche in riferimento alla ricaduta occupazionale che questo investimento nello specifico può dare alla nostra città.

Sig. Bianco, qual è lo stato di salute del settore dei carburanti in Italia? Il nostro settore è oggetto di una profonda trasformazione  e liberalizzazione iniziata con il Dlgs. 32/98 avente come capisaldi l’ammodernamento della rete distributiva nazionale, l’automazione degli stessi , la chiusura degli impianti incompatibili e la diminuzione sostanziale del numero degli impianti su valori pari a quelli del resto d’Europa. Ed è proprio l’Europa che, al contempo e come al solito, ci chiede di togliere qualsiasi “barriera”  che ostacoli l’ingresso di altri operatori comunitari. Ricordiamo che fino ad allora il mercato era contingentato e bloccato da bacini regionali fortemente vincolanti. Tali bacini avevano comunque permesso la formazione di una filiera variegata e di un servizio a livelli ottimali proteso a soddisfare le esigenze della collettività , nel rispetto della filiera creatasi, in un periodo di boom economico dell’epoca. Questa serie di norme , dal 1998 in poi e fino ai nostri giorni, saranno attuate nel tempo e con molte lungaggini, dalle Regioni incaricate di indirizzare e normare l’evoluzione del settore, tenendo sempre in primo piano la situazione di partenza e quella finale auspicata e non tralasciando eventuali problematiche e ricadute che possono scaturire in riferimento ai posti di lavoro ed alle esigenze della collettività.

Ci sono stati miglioramenti nell’ultimo anno?

Siamo arrivati nel 2017 con una rete distributiva al tracollo  ed in continuo declino per una serie di problematiche che riassumiamo come di seguito :

– anno per anno si registra una flessione fisiologica dei consumi tra il 3% e il 5%

– gli impianti incompatibili non chiudono nella misura auspicata bensì aumentano. Altri operatori entrano nel settore  portando ad un attuale esubero di 5000/6000 impianti rispetto alla media Europea , abbassando l’erogato medio a livelli  insostenibili per il settore e per tutta la filiera

– molti posti di lavoro  si sono persi, anche perché i nuovi impianti, e specialmente quelli della Grande Distribuzione,  attuano politiche di vendita in self che non abbisognano di personale. Protesi come sono unicamente a “marketing   aggressivi” aventi come scopo unico abbassare i prezzi e distruggere tutta la filiera a danno della collettività. A giovare  di questa situazione è proprio la GDO che spazza e distrugge i bacini dove si insedia.

– in tutto questo vi è il tacito assenso delle Compagnie Petrolifere che continuano in regime di monopolio a produrre la materia  prima, e lo Stato che, con il suo enorme prelievo fiscale applicato sui carburanti,  fa orecchie da mercante…

 Arriviamo adesso al problema Mesagne , che cosa chiedete all’Amministrazione Comunale?

Ecco alcune domande che vogliamo porre ai nostri amministratori:

– c’è proprio bisogno di far aprire un altro punto vendita a Mesagne  e proprio alla GDO ?

– nella zona industriale, con un impianto già presente, quale bisogno alla collettività porterebbe?

– Nella particolarità urbanistica  della zona PIP , che non sappiamo se urbana o extraurbana , interclusa e senza particolare viabilità , quale esigenza   particolare potrebbe soddisfare?

– la nostra provincia , con i suoi appena 400.000 abitanti  e con un parco veicoli relativamente piccolo , quanto ne risentirà?

– i posti di lavoro che Auchan, o chi per essa, auspica ci saranno?

– stimiamo che in tutta la provincia  ed in particolare a Mesagne saranno a rischio diversi punti vendita ed almeno una  decina di posti di lavoro da subito.

– i prezzi alla pompa, in questi vent’anni trascorsi, si sono portati a livelli accettabili per il consumatore. Basti pensare a quegli  impianti cd.  “GHOST”  senza presidio e senza personale, già operanti sul nostro territorio che applicano degli sconti rasenti  i  prezzi di acquisto in raffineria!!!

– con la presenza già scomoda dell’impianto adiacente all’ipercoop di Brindisi quale ulteriore guerra dei prezzi si configura ?

– la collettività , con gli impianti che man mano andranno a chiudere che servizio ne otterrà?

– che analisi ha fatto l’amministrazione pensando a questo inserimento ? Ha tenuto conto dell’impatto ?

– vero che ormai si opera nel ” Libero Mercato “,  ma siamo sicuri di non ledere il principio della “Concorrenza” agevolando la G.B.F., in virtù delle modifiche apportate con l’art. 9 del Regolamento per Assegnazioni Lotti Zona PIP , approvato con  Delibera di Consiglio n. 3 del 15-01-2015 ?

Voi operatori della zona industriale che posizione avete sull’eventuale espansione della stessa?

Per concludere possiamo affermare di non avere nulla in contrario all’espansione della nostra zona industriale , con tutti i benefici all’indotto cittadino che porterebbe , bensì chiediamo una maggiore oculatezza nelle scelte politiche , di lungimiranza , che l’amministrazione prenderà in merito.

 

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1 commento

Antonii domenica, 17 Settembre 2017 - 12:20

Sig. Bianco ha paura di chiudere? Non credo che la sua benzina abbia addetti al rifornimento. Quindi faccia e continui a fare il suo lavoro.

Commenti chiusi.

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