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Il saluto del presidente Toni Matarrelli all’Arcivescovo Intini

da Cosimo Saracino
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In veste di presidente dell’Amministrazione provinciale, ho partecipato alla cerimonia di insediamento di monsignor Giovanni Intini, nuovo arcivescovo dell’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. Riporto di seguito il testo del saluto che ho tenuto in occasione dell’iniziativa, svoltasi ieri pomeriggio presso la Cattedrale di Brindisi.

“A nome dell’amministrazione provinciale e dei territori che mi onoro di rappresentare: benvenuto a Brindisi, Eccellenza.

Da pugliese e attento osservatore delle dinamiche che le attraversano, probabilmente esprimo una considerazione che potrà condividere affermando che le Comunità della giurisdizione spirituale di Brindisi-Ostuni che lei guida sanno offrire un esempio di civiltà fondata sui valori della laboriosità e della solidarietà. Si tratta di principi ben instillati nell’animo e nelle abitudini dei nostri nonni e dei nostri padri, che alle avversità della vita e della storia hanno saputo reagire garantendo quotidiana dedizione agli affetti e al lavoro. La realtà che oggi si presenta ai nostri occhi è mutevole, in continuo divenire. A tanto benefico dinamismo non sempre corrisponde il giusto equilibrio, che da uomini e donne impegnati nella costruzione del bene comune vorremo sempre contribuire a ristabilire.

E proprio su questo aspetto, quello del bene comune, mi soffermo dichiarando la mia totale disponibilità di collaborazione: nella diversità delle nostre funzioni e dei rispettivi ruoli vorrei che tra me e lei, e le rispettive istituzioni laiche e religiose rappresentate, restasse sempre aperta la porta del dialogo, del confronto. E all’occorrenza, se particolari situazioni dovessero richiederlo, del conforto.

È un tempo complicato il nostro, che sembra ritrovare il giusto senso quando l’ago dell’agire torna sull’uomo, quando all’uomo viene restituita la centralità che merita e di cui necessita.
A questa centralità viene naturale attribuire nomi e volti.

È centrale la speranza da dare ai giovani e alle famiglie in difficoltà; l’aiuto per veder crescere sereni i nostri bambini; è centrale il sostegno che offriamo ai nostri anziani, per non farli invecchiare soli; è centrale la maggiore fiducia nelle donne, per la capacità che hanno di aggiungere valore in una società ancora troppo ancorata a pratiche che ne limitano le potenzialità. Centrale è l’attenzione con cui ci adoperiamo per arginare le vecchie e nuove povertà. E il sollievo materiale e morale con cui abbiamo cura delle fragilità umane.

Abitiamo una terra meravigliosa, ricca di ogni esempio di bellezza esistente nel creato: monumenti millenari, tracce di un passato che ci rende unici, paesaggi degni di stupore, mare e clima paradisiaci, tradizioni secolari. Ma la nostra è anche una terra attanagliata dalle contraddizioni dettate da logiche devianti di profitto, di sopraffazione e violenza. Cogliere insieme il segno dei tempi, per ricondurre ogni cosa al suo valore, con intelligenza e lungimiranza, significa impegnarsi per restituire centralità all’uomo, dando priorità alla costruzione di una società più accogliente, accorta e solidale.

Concludo esprimendo un doppio augurio: al nostro territorio provinciale, perché possa cogliere le sue doti di sensibilità, autorevolezza e ascolto. A lei, perché con questo territorio possa consolidare un rapporto destinato a lasciare il segno nel tempo.

La saluto e le rinnovo il benvenuto fra di noi”.

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