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DOV’E’ FINITA L’OPPOSIZIONE

da Cosimo Saracino
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Riceviamo e pubblichiamo: Qualche giorno fa il consigliere Dimastrodonato ha sollevato, con garbo e moderazione, alcune critiche nei confronti del governo in carica.
E’ stato prontamente sbranato da quei leoni di tastiera che costituiscono la falange armata del potere costituito. Stessi toni irridenti e diffamatori non di rado sono stati usati dentro le istituzioni da chi governa per blandire la minoranza che peraltro non viene quasi mai coinvolta nella discussione e nell’elaborazione del processo decisionale sulle questioni nevralgiche del paese, salvo quando non sia specificatamente previsto dall’ordinamento.
A queste difficoltà estrinseche si aggiungono difficoltà interne come l’incapacità di cogliere il cambiamento politico e sociale in atto, di non volervisi adattare, di aver perso il collegamento col paese reale, di non avere una strategia unitaria ecc… Comunque sia si può ragionevolmente sostenere che a Mesagne non c’è più un’ opposizione istituzionale e se questo, per alcuni, era un obiettivo da raggiungere, siamo sulla buona strada.
Non brilla neanche l’opposizione sociale, che pure avrebbe spianate le praterie del web o dei social media per dire ed eccepire. Ma si sa, a livello locale, è difficile dissentire e metterci la faccia senza correre il rischio di subdole o palesi ritorsioni.
Per la verità non si vede neanche la maggioranza così come non si vedono più i partiti di una volta. Crollate le grandi organizzazioni di intermediazione sociale che rappresentavano il tessuto connettivo della nostra democrazia costituzionale, la rappresentazione della realtà è ormai nelle mani del potere esecutivo e nelle maglie della rete e dei suoi capipopolo. La risultante di questa trasformazione sociale e politica è che in questo modo si riduce la complessità, si semplifica la realtà, tutto può essere ridotto al bianco e al nero, ai guelfi e ai ghibellini mentre a noi non resta che schierarci senza riflettere o eccepire.
Conclusione: oggi a Mesagne si può solo accondiscendere, si può solo stare nel coro del pensiero unico secondo cui “Mesagne non è mai stata cosi bella e cosi ben governata. Va tutto bene. Evviva Mesagne, evviva il suo re”.
Mai questa città aveva conosciuto un clima così oscurantista e oppressivo.
In queste condizioni chi mai si azzarderebbe a dire che “via dei Ciclamini o dei Fiori imperiali ” è una pacchianata, è l’antitesi del concetto di arredo urbano esattamente come lo sono stati i gerani e le sedie di pallet quest’estate o Dante sul bitume? Non parliamo poi delle luminarie permanenti in villa …( sarà tre volte Natale e festa tutto l’anno ?)
Solo qualche temerario si azzarderà a dire che con la sostituzione dei corpi illuminanti in città si vede poco e male, che ci sentiamo tutti un po’ “cecati”.
Nessuno mai chiederà conto del perché, a fronte di un così clamoroso risparmio dei consumi energetici previsto, la Bolletta del comune per i prossimi nove anni non solo non diminuirà ma (dati alla mano) aumenterà rispetto al 2020 e ancor più salirà con gli interventi di manutenzione straordinaria.
Chi mai metterà in discussione l’assunto secondo cui la TARI di quest’anno diminuirà perché stiamo recuperando i ruoli di evasione accumulati negli anni precedenti e che il servizio offerto è di gran lunga migliorato?
Eppure a noi risulta che i ruoli di evasione semmai incassati (assunto non dimostrato) servono a mitigare la voragine di residui attivi accumulati nel bilancio comunale e non ad abbassare il costo del servizio e la tassazione individuale. Così come ci risulta che il servizio non sia granchè cambiato, che le spazzatrici trascorrono più tempo dal meccanico che sulla strada, che i cumuli di sporcizia nelle campagne sono ormai tanti e tali da far ribrezzo.
Chi potrebbe mai rilevare che anche in questa città crescono le disuguaglianze, che i grandi investimenti privati tornano a lievitare con la spinta delle deroghe e delle agevolazioni pubbliche e ancor più cresceranno con i soldi del PNRR mentre i poveri Cristi rinserrano e alimentano le file della Caritas?
Chi dovrebbe rilevare il tracollo della Sanità pubblica in Provincia di Brindisi e a Mesagne in particolare dove la conversione dell’ospedale si è fermata come Cristo a Eboli e dove le liste d’attesa per un esame strumentale sono ormai invariabilmente chiuse con o senza priorità mentre i servizi domiciliari sono ancora lucciole nella notte scura?
Chi dirà del disastro del nostro settore primario, della paralisi della zona industriale, del blocco della pianificazione urbanistica, chi chiederà conto della lievitazione esponenziale della spesa corrente? etc etc…
Dunque a Mesagne niente opposizione, niente partiti e niente politica forse così vivremo meglio come in un gran bazar della felicità in cui tutti avranno il loro piccolo pezzetto di cielo.
Comunque vada…noi siamo ancora qua….eh già!!-
Buone vacanze a tutti
Movimento Libero e Progressista

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