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Dalla testa bassa al petto alto – di Francesco Simone

da Cosimo Saracino
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(di Francesco Simone) – Forse lo zodiaco ci dice bene quest’anno, forse il Karma e’ venuto a visitare la mia città e ci e’ rimasto talmente bene che ha deciso di farle un regalo. La mia città ha 7 lettere e un nome che ha sempre fatto sorridere per quella strana rima che a sentirla ti viene l’acquolina in bocca La mia citta’ ha un nome , Mesagne, che a sentirlo tutti sorridono , da Aosta ad Agrigento, passando per la più vicina Molfetta o Castrovillari, perché tra i denti sghignazzano …Lasagne. Il sarcasmo l’ho sempre considerato la prima sottile, elegante forma di bullismo. Subdola, tagliente , furba un po’ geniale. Di quelle che son fatte da quelli che sono furbi, non si fanno “shcumare”, come si dice a Mesagne. E allora Mesagne , sarcasticamente era sempre accompagnata da quella battuta tra i denti…”Lasagne”. Che a me faceva gola, come quelle di mia Zia Maria (“bonanama”, come si dice a Mesagne). Ma non mi faceva ridere, anzi mi “‘ttaccava ti nieRvi”, mi urtava , come si dice a Mesagne. Poi e’ arrivato, il bullismo quello vero . Quello concettuale, quello pregiudiziale , quello che ti marchia perché ha dei marchi, dei titoli. Quello che ha sarcastici , taglienti titoli. “Mesagne, ah si…la città della Sac.. Cor… “Insomma , vabbe’…ci siamo capiti no?” “Vabbe’ dai, tanto si sa che da voi…” E giu’ sarcasmo, e giu’ tante di quelle frasi fatte che in confronto i Baci Perugina erano poesie di Prevert. “No no, a Mesagne a giocare con te mio padre non mi manda, che gli fottono la macchina, che mo’ se l’e’ comprata” “Noni , noni, a Mesagne col giubbotto antiproiettile devo venire”. La vivevo male. Come se fosse colpa mia. Si perche’ la colpa era mia e un po’ di tutti. Eravamo 31000 all’epoca . 31 334 per la precisione, come diceva l’Istat. Una citta’ riconosciuta tale a titolo istituzionale , bella e barocca. Ma sporca, io non capivo perché era sporca.

Avevo 14 anni, un bambino non ancora diventato ragazzo. Figuratevi uomo. Pensavo che bastava lavarsi per tornare puliti. E poi quel nome , su RaiUno sempre per cose sporche. A testa bassa. Sempre. Di dove sei? “Di…Mes…agne” “Come? Crita….no si senti” “Di Mesagne”. “Ah…” “Uscite spesso alla televisione” Il silenzio. E quelle parole. Il pizzo, il Racket, la faida, gli affiliati, il 41bis, il maxiprocesso. Io che conoscevo la pizzella, il Golden bar, la Chiesa, gli accoliti, il 14bis che portava alla Marina a Brindisi, e il MaxiBon. Cos’era il pizzo? Perché tutti non mangiano la pizzella di Alfio che e’ la piu’ buona? Testa bassa, eppure e’ la mia Mesagne. Eppure e’ bellissima. Eppure Mesagne e’ mia madre, ed e’ bella e buona come mia madre. Eppure mi giustificavo, “Vedi che e’ bella…” “Si vabbe'”. A testa bassa. Tornavo in camera. E mi ripetevo, come per convincermi che non era cosi, tutto il patrimonio artistico, storico, culturale. Mi rivedevo le foto delle Chiese, dei palazzi storici, rileggevo le leggende, i misteri di questa città, i Templari, i fantasmi del Castello, la Signura Leta.

Nella mia cameretta a petto in fuori. Una sera di febbraio degli anni 80 chiesi a mia madre: “Mamma c’e’ qualche cantante di Mesagne che e’ andato a Sanremo?” “Noni Francesco mi’, Mesagne e’ piccola, ci vanno quelli di Roma di Milano di Napoli, di Bari”. Che delusione , che hanno fatto di male le città piccole? Che sogno sarebbe stato se… A volte piangevo, volevo correre per il basolato del centro storico. Volevo fotografare con la Canon di mio padre da 500 000 lire tutte le chiese e i palazzi, volevo stare una notte nel castello per vedere se davvero il fantasma esisteva e se c’era davvero un tunnel segreto fino al mare, volevo conoscere davvero il fantasma della Signura Leta e sentire i suoi lamenti passandoci una notte come nei film. Pero’ mia madre non mi mandava . “E’ pericoloso”. il silenzio. A testa bassa. 30 anni dopo. Il karma e’ stato in vacanza la scorsa estate a Mesagne, le è piaciuta cosi’ tanto che ha deciso di ricordarsi di lei. Sono un uomo, 44 anni. o forse un bambino malinconico diventato uomo, sparando sorrisi per difendersi e non diventare mai veramente adulto. Sul palco di Sanremo c’e’ una band di Mesagne, quella cosa che sembrava impossibile e’ diventato realta’. Mia madre ha 81 anni, qualche acciacco e qualche riflesso allentato. “Mamma. stanno i Boomdabash di Mesagne a Sanremo quest’ anno” “Ah si? “. Mi piacerebbe festeggiare con lei la gioia . E ogni mesagnese avrebbe il dovere di camminare a testa alta e petto in fuori. I Boomdabash? “Quelli di Mesagne.” Si di Mesagne. Su RaiUno per cose belle, con il volume a “trimulapariti”, come si dice a Mesagne. Qui non ci sono più lacrime e vergogna. Qui c’e’ festa e musica. E vi diro’ di piu’. Quei 5 euro da spendere per il Televoto sono la cifra più bella che ogni mesagnese possa mai pagare a qualcuno della stessa città. Per avere in cambio orgoglio e calore. Ora mi sento protetto, ora mi sento mesagnese a testa alta. Grazie Booomdabash e grazie Mesagne

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