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Che cosa non ha funzionato nel progetto di riqualificazione del Salento Fun Park?

da Cosimo Saracino
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Salento-Fun-Park-5118-500x241Che cosa non ha funzionato nel progetto di riqualificazione del Salento Fun Park? A nostro avviso c’è stata una mancata collaborazione e un evidente difetto di dialogo tra il Comune, proprietario del Pattinodromo, e i gestori del laboratorio urbano (il cui referente è un dirigente de “La M”). Dopo il comunicato stampa dei giovani de “La M” che ha messo in risalto come i lavori effettuati nel Salento Fun Park siano stati reputati di “pessima qualità”, abbiamo cercato di capire cosa fosse successo in questi mesi di esecuzione delle opere.

La prima vicenda che è saltata subito agli occhi del cronista è stata una assenza di controllo da parte della politica e in particolare dell’assessorato ai Lavori Pubblici. L’Architetto Palma Librato già dal primo momento si sarebbe tirata fuori dal ruolo di controllo e verifica degli atti e dell’esecuzione dei lavori (per quale motivo?). Controllo che solo in occasione dell’acuirsi di qualche problema è stato effettuato da Molfetta il quale avrebbe sempre tentato di trovare una mediazione tra dirigenza e concessionari della struttura.

Questo progetto, vogliamo ricordarlo, costò il posto di assessore all’avvocato Manuel Marchionna (oggi dirigente de “La M”) che dopo la denuncia al giornalista di Quotidiano decise di rinunciare all’incarico. Qualche giorno dopo la rinuncia di Marchionna uscì fuori il caso secondo cui l’Ente comunale si sarebbe appropriato del progetto di riqualificazione redatto da un tecnico mesagnese in collaborazione con i concessionari della struttura del Salento Fun Park. Professionista che solo successivamente sarebbe rientrata nell’organigramma tecnico come direttore operativo. Durante la realizzazione delle prime opere strutturali la direzione dei lavori avrebbe sospeso l’attività a causa di importanti motivi di salute. Il progetto di riqualificazione del Salento Fun Park fu quantificato e finanziato per 150 mila euro. Soldi finanziati dall’Anci in due tranche e che comprendono le opere strutturali, l’iva, le spese tecniche, gli arredi e le forniture. L’ammontare dei lavori strutturali sarebbero pari a 57mila euro.

Secondo le nostre informazioni i lavori al momento non sarebbero conclusi. La direzione avrebbe prorogato per altri 20 giorni le attività di cantiere chiedendo alla ditta di intervenire su dei punti non ancora approvati. La situazione generale al momento dell’inizio dei lavori è stata definita dagli uffici compromessa. “Abbiamo trovato circa 500 pneumatici usati che dovevano essere smaltiti – dicono dagli uffici comunali -. Il muro di cinta era a rischio crollo ed è stato necessario costruire dei rinforzi. Abbiamo rifatto l’intero impianto elettrico. E risultava compromessa la situazione generale di pulizia dell’area di cantiere”. Questo il quadro generale che in mancanza di un dialogo vero tra proprietario e gestore ha creato incomprensioni e difficoltà sfociate nella comprensibile amarezza di queste ultime ore.

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