Alla luce del lento ritorno alla normalità, gli enti preposti si stanno mobilitando per riaprire gli screening oncologi. Esami come la mammografia, per il tumore del seno, la ricerca di sangue occulto nelle feci, per il tumore del colon retto o l’Hpv-test per il tumore della cervice uterina, sono stati sospesi in piena emergenza sanitaria, in quanto non considerati procedure d’urgenza e dunque i cittadini non hanno potuto accedere, in questi due mesi, ai tre programmi di prevenzione previsti dal Servizio sanitario Nazionale per due ragioni principali ovvero la difficoltà di contenere il rischio di contagio, nonchè il riposizionamento di molti operatori sanitari nei reparti destinati all’assistenza dei malati di covid-19. Sono proseguiti, invece, gli esami di approfondimento necessari dopo uno screening (effettuato prima dell’arrivo del virus in Italia) dall’esito sospetto.
In questi giorni i rappresentanti regionali delle Aziende Sanitarie si stanno confrontando per poi fornire indicazioni per la ripartenza, prevista entro l’estate e che prevede, ovviamente, per gli utenti, tutte le misure di sicurezza per la prevenzione del contagio. Si stabilirà una priorità in base al rischio individuale; i primi ad essere richiamati saranno coloro che avevano ricevuto l’invito che era stato, poi, annullato per l’emergenza coronavirus.
L’Osservatorio Nazionale Screening ha chiesto a tutti i referenti locali di approntare un piano di rientro, i servizi dovrebbero riprendere a partire da giugno. A garantirlo è il suo Presidente, Marco Zappa che sul sito fondazioneveronesi.it sottolinea che un ritardo diagnostico rischierebbe di registrare un aumento delle morti per cancro.
