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Alessia Montesardo, a passi di danza da Mesagne a Bucarest

da Cosimo Saracino
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(di Fabiana Agnello) – Entrava nel bar di papà Mino con la leggiadria di una farfalla e gli saltava in braccio stringendo tra le mani le scarpette da punta, con i nastrini di raso rosa che le scendevano lungo le braccia: Alessia Montesardo, gracile da piccolina, tutta capelli neri e passione per la danza classica, oggi è un bellissimo cigno che piroetta in tutù a Bucarest, il migliore palcoscenico europeo di opera e balletto.

Alessia aveva solo cinque anni quando mamma Patrizia iniziò ad accompagnarla nella scuola di danza privata “Arte Danza” di Mesagne, diretta prima da Daniela Resta, poi da Venere Viva, dove ha provato le prime forti e intense emozioni che l’antica arte della danza classica regala a chi ne fa il suo mondo.

La danza richiede talento, propensione, impegno e tanta, tanta tenacia e tutta quella dimostrata da Alessia già all’età di 8 anni le ha permesso di essere notata dal direttore dell’Accademia Teatro alla Scala durante lo stage svoltosi a Mesagne “Talenti in Palcoscenico”: due anni dopo, il superamento della difficilissima audizione in Accademia, le ha aperto l’accesso alla migliore formazione che una ballerina professionista con un sogno nel cassetto potesse aspirare.

In cambio, però, il sofferto allontanamento dai suoi cari, da quella mamma e papà che sempre l’hanno sostenuta e incoraggiata a realizzare il suo sogno. Lontana da Mesagne, dagli amichetti e dalle amichette con cui aveva trascorso l’infanzia.

Per Alessia era arrivato il momento di crescere, forse troppo presto o, forse, nel momento giusto della sua vita: in fondo era una bambina, ma con un desiderio più grande dei suoi occhi neri e di se stessa.

Così tutti quei sentimenti che provava, nella grande città di Milano, si sono trasformati in gesti, in passi, in musica, in espressione della sua anima che oggi il pubblico e i suoi familiari possono ammirare compiaciuti.

I primi anni li ha vissuti in una casa famiglia con altre ragazzine, poi nel convitto dell’Accademia e ci racconta che «sono stati anni bellissimi, vissuti intensamente» in cui ha lavorato con maestri eccezionali che l’hanno formata prima spiritualmente e, poi, professionalmente, insegnandole il rigore, la disciplina, il lavoro duro.

«Sono stati anche anni duri, di grandi sacrifici. Non è stato facile conciliare la scuola con lo studio della danza. La mattina ero in accademia fino alle quattro del pomeriggio e mezz’ora dopo correvo per andare al liceo con i miei compagni di corso fino alle nove e trenta di sera».

Alessia ha rinunciato a tutto per la danza, probabilmente non ha vissuto come tutte le sue coetanee la spensieratezza dell’adolescenza, ma è decisa nell’affermare che «non ho mai avuto ripensamenti».

Certo, ha incontrato momenti bui nel suo difficile percorso, momenti di profonda insicurezza che è riuscita a superare grazie all’incontro con la maestra Margherita Smirnova (étoile del Teatro Bolshoi, insegnante superiore e direttrice dell’Istituto della Cultura di Mosca, insegnante al Teatro di Bucarest, Tokyo Ballet, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Carcano di Milano, e autrice di molti testi sulla Tecnica della Danza Classica), cui dice di dover molto perché le ha insegnato a credere in se stessa e a non mollare mai.

Alessia dopo essersi diplomata nel 2016 al Teatro Carcano di Milano, ha subito iniziato a lavorare con la Compagnia “Jas Art Ballet Company” diretta da Sabrina Brazzo (etoile del Teatro alla Scala) e Andrea Volpintesta (Primo ballerino del Teatro alla Scala): è iniziato così il suo percorso da ballerina professionista che l’ha portata nel 2017 a superare l’audizione all’Opera nazionale di Bucarest.

Oggi lavora con una delle più grandi istituzioni di opera e balletto a livello europeo e condivide la sua passione nella compagnia di danza composta da circa 100 elementi provenienti da tutto il mondo (Giappone, Spagna, Canada, Francia, Gran Bretagna).

«Sono molto contenta perché faccio il lavoro che ho sempre sognato continuando a lavorare duramente alla costante ricerca di traguardi» ci confida Alessia.

E’ bello lavorare in questo grande Teatro dove la cultura dell’arte è al massimo e quasi tutti i giorni ci sono spettacoli sold-out» ci racconta rubando il tempo tra allenamenti e prove.

Il suo sogno resta quello di poter tornare a esibirsi in Italia, ma per ora ha bisogno di perfezionare al meglio la sua tecnica per regalare forti emozioni al suo pubblico.

«Mi manca sicuramente tanto la mia famiglia, il mio paese, forse ora anche più di prima. Ma se ritornassi indietro rifarei tutto questo, non cento ma mille volte ancora, perché potrà sembrare banale, ma la danza è la mia vita».

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