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Il Comune pagò i contributi previdenziali agli amministratori, adesso chiede i soldi indietro

da Cosimo Saracino
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Si prospetta una lunga battaglia legale quella che probabilmente verrà ingaggiata tra il Comune e i professionisti (avvocati, commercialisti, medici, ingegneri etc) che negli ultimi anni hanno ricoperto ruoli amministrativi e a cui sono stati pagati i contributi previdenziali prelevando il danaro dalle casse dell’Ente locale. Sotto la lente di ingrandimento della segretaria generale del Comune di Mesagne, dott.ssa Giorgia Vadacca, ci sarebbero i versamenti fatti dal Comune per gli amministratori della passata amministrazione guidata dal Sindaco Scoditti oltre a quelli attuali. Al centro della discussione l’articolo 86 del Tuel 267/2000.

“Oneri previdenziali, assistenziali e assicurativi e disposizioni fiscali e assicurative”, è questo il titolo dell’articolo del Testo Unico degli Enti Locali che un buon amministratore deve conoscere a memoria. Al primo comma dell’articolo si legge: “L’amministrazione locale prevede a proprio carico, dandone comunicazione tempestiva ai datori di lavoro, il versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi ai rispettivi istituti per i sindaci, per i presidenti di provincia, per i presidenti di comunità montane, di unioni di comuni e di consorzi fra enti locali, per gli assessori provinciali e per gli assessori dei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti, per i presidenti dei consigli dei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti, per i presidenti dei consigli provinciali che siano collocati in aspettativa non retribuita ai sensi del presente testo unico. (…)”

Dalla lettura del testo di legge non è chiaro se i contributi previdenziali possono essere pagati dai comuni ad assessori, sindaci e vicesindaci senza che questi dichiarino che l’attività politica è prevalente rispetto a quella professionale (così come avrebbe fatto l’ex assessore Manuel Marchionna all’Ordine degli Avvocati). Per rendere chiara questa interpretazione sarebbe arrivata alla segreteria generale del Comune una lettera dell’Ordine degli Avvocati che specifica come la possibilità per il Comune di pagare gli oneri previdenziali per i propri iscritti nasce solo dopo che questi abbiano sospeso l’attività professionale. E subito il primo problema si è posto per l’attuale presidente del Consiglio avv. Giuseppe Semeraro che sperava di poter evitare di pagare di tasca propria i contributi alla cassa forense. Ma purtroppo così non può essere. E’ chiaro, infatti, il passaggio scritto nell’articolo 86 del Tuel per il presidente del consiglio comunale. Essendo Mesagne una città che conta circa 27mila abitanti non ci sarebbe la possibilità di versare contributi previdenziali prelevando le somme dalle casse dell’Ente Locale.

Il segretario generale starebbe, quindi, per inviare delle lettere di richiesta di fondi agli amministratori comunali degli ultimi 5 anni (quelli precedenti si sarebbero prescritti). In questo caso l’ex presidente del Consiglio comunale avv. Fernando Orsini, fine conoscitore del TUEL, dovrebbe riversare al comune una somma che si aggira intorno alle 15mila euro, se si considerano i minimi annuali per contributi previdenziali pari a circa 3mila e seicento euro. L’avvocato Rosanna Saracino, assessore con la giunta Scoditti per due anni, dovrebbe rifondere una somma di 7mila euro (a meno che non dimostra che l’attività politica è stata prevalente), allo stesso modo l’avvocato Gianfrancesco Castrignanò assessore per un anno e mezzo e il commercialista Caforio (se però il comune ha versato le somme sostituendosi al professionista).

Un bel problema che verrà affrontato in punta di diritto e portato nelle aule del Tribunale per decifrare fino in fondo la legge.

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