Home Politica Ampliamento Centro Commerciale, Pastore (PD): “I miei dubbi su un investimento con tanti problemi”

Ampliamento Centro Commerciale, Pastore (PD): “I miei dubbi su un investimento con tanti problemi”

da Cosimo Saracino
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Alessandro Pastore

Riprenderà subito dopo ferragosto la discussione in Commissione consigliare riguardo all’investimento nella zona artigianale di Mesagne per l’apertura di una Multisala, un distributore di carburanti e altre attività commerciali. Un investimento di diversi milioni di euro che dovrebbero portare sul territorio una boccata d’ossigeno sul fronte occupazionale. Proprio per essere certi di questo miraggio abbiamo voluto sentire l’opinione del consigliere comunale Alessandro Pastore del PD che in commissione ha chiesto chiarimenti sollevando diversi dubbi sul “progetto”.

Consigliere Pastore, sta nascendo in città una sorta di attesa tra i giovani per i possibili posti di lavoro che verranno creati nella zona artigianale una che l’Auchan effettui l’ampliamento. Lei fa parte della Commissione che ha valutato il progetto. Ci dice che ne pensa? Il “progetto” in questione prevede la realizzazione di un’ “area commerciale integrata” ed in particolare si dovranno realizzare un distributore di carburanti, una multisala e diverse strutture di media e grande vendita. Così come prevede il Codice del Commercio, nel caso di specie l’istanza di autorizzazione è trasmessa alla Regione e viene esaminata da una conferenza di servizi indetta dalla Regione stessa e composta dai rappresentanti della Regione, della Provincia e del Comune territorialmente competente. E qui nasce il problema.

La regione “ufficiosamente“ ha espresso il suo diniego alla realizzazione di quest’area commerciale integrata. Si sono susseguiti nel corso di questi otto, nove mesi una serie di incontri tra rappresentanti istituzionali dell’Amministrazione comunale , rappresentanti della Ditta GBF e Regione. Ma i vari incontri hanno solo ottenuto come risultato quello di inasprire i rapporti all’interno della maggioranza tra chi si rendeva conto che il progetto non era fattibile e chi, forse per impegni già assunti, è disposto a “qualsiasi” soluzione. Tant’è che l’Amministrazione comunale per cercare di dipanare la matassa ha chiesto anche a sue spese un parere ad un avvocato del foro di Bari spendendo la somma di € 5.000.

Auchan è parte attiva di questo progetto di ampliamento?

A questo punto credo sia necessario fare alcune precisazioni.

  1. Il “progetto” di realizzazione dell’area comm. Integrata è stato presentato dalla società GBF Srl e non da AUCHAN o Gallerie Commerciali Italia S.p.A. che è proprietaria dell’ipermercato e di buona parte dei terreni interessati dall’intervento proposto. La soc. GBF non ha alcun rapporto o collegamento con AUCHAN.
  1. La soluzione ultima prospettata , per bypassare il diniego della Regione, e fare in modo che la competenza fosse esclusiva del Comune è quella di realizzare il progetto in 4 fasi successive:

–           La 1^ che prevede la realizzazione di una multisala e il distributore di carburanti;

–           La 2^ realizzare strutture di vendita media e grande sfruttando la norma che consente ad Gallerie Commerciali Italia SpA e quindi ad AUCHAN l’ampliamento del 20% della superficie dell’ipermercato esistente.

–           3^e 4^ fase sarebbero successive ad una nuova azione legislativa delle Regione Puglia che dovrebbero modificare la normativa esistente per consentire alla GBF di completare la realizzazione dl suo progetto.

In Commissione si è dato inizio alla discussione , ma non si è approvato alcun progetto.

Quindi consigliere Pastore, qual è il nocciolo del problema secondo Lei??

La GBF è una società a responsabilità limitata con un capitale di euro 10.000. Il “progetto” complessivamente, comprese le opere di urbanizzazioni del comparto interessato pare ammontino a circa 22 milioni di euro. Perché una banca finanzi un progetto di 22mil di € ha chiesto probabilmente  la disponibilità di massima dell’Amministrazione com.le di Mesagne a far realizzare il progetto, ma soprattutto la titolarità delle aree sul quale si dovrebbe eseguire l’intervento.

L’art.9 del Regolamento per l’assegnazione dei lotti ricadenti in zona PIP, approvato con Delibera di C.C. N. 3 del 15/01/2015 prevede una “particolare deroga” alle procedure ordinarie di evidenza pubblica.

“FACOLTA’ DI DEROGA DEL CONSIGLIO COMUNALE – Nel caso di istanze per l’insediamento di aziende di valenza regionale e/o nazionale, ovvero di aziende che introducano, nei settori di riferimento indicati, oggettivi elementi di innovazione, e/o di forte valenza occupazionale, e/o di notevole incidenza dal punto di vista ambientale, il Consiglio Comunale, previa positiva istruttoria può, con proprio atto, ed in deroga alla procedure disciplinate dal presente Regolamento, autorizzare l’assegnazione diretta delle aree richieste, disciplinandone gli specifici contenuti a mezzo di apposita convenzione, e comunque nel rispetto della conformazione topografica dei comparti già definiti nel Piano PIP”.

La GBF srl ha chiesto dunque la assegnazione diretta delle aree. La deroga può manifestarsi, in questo caso, esclusivamente per “la forte valenza occupazionale”. Il Consiglio Comunale, chiamato ad esprimersi, deve avere gli strumenti per valutare la valenza occupazionale. Ed è per questo che in Commissione ho avanzato la richiesta che la ditta producesse un business-plan o semplicemente un cronoprogramma, dove si evidenziavano  le varie fasi del progetto, dell’investimento finanziario e le posizioni di lavoro che si producono e i “tempi” di realizzazione di tutto questo.

La 1^ fase quando dovrebbe essere conclusa? E quanti posti di lavoro si produrranno? Saranno necessari titoli o formazione particolare?

Per la verità queste sono domande a cui nessuno è stato in grado di rispondere. La GBF deve dimostrare l’alta valenza occupazionale, non può limitarsi a dire che il progetto produrrà circa 300 posti di lavoro. Premesso che, da tecnico, nutro  dubbi sulla legittimità dell’intera manovra, sono fortemente convinto che , nella migliore delle ipotesi si realizzerà esclusivamente la 1^fase . La seconda per poter essere realizzata deve esserci la volontà di AUCHAN (o Gallerie Commerciali Italia S.p.A )che è la proprietaria dell’ipermercato ed è l’unica che può richiedere l’ampliamento del 20%. È come se un tizio volesse realizzare il Piano Casa con ampliamento del 20% sfruttando il volume esistente di proprietà di un altro. ASSURDO. Inoltre si parla di ampliamento e l’ampliamento, per definizione deve essere realizzato in contiguità con il fabbricato esistente. Ed ancora,  buon senso vorrebbe, ed io al posto dell’AUCHAN mi comporterei in questo modo, non consentirei mai di sfruttare il mio 20% di ampliamento per far realizzare ad un mio concorrente (GBF) strutture di vendita che potrebbero essere dirette concorrenti di aziende insediate nella Gallerie Auchan , da cui AUCHAN percepisce i canoni di locazione. Sono tanti i punti da risolvere e vista la complessità della materia si è chiesto tempo per documentarci ma soprattutto per dare risposte.

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